Arriva il Natale: consigli di "eco bontà"!

Martedì 17 Dicembre 2013

E’ successo a tutti quanti, quando eravamo bambini: imbrogliare Babbo Natale pensando di essere gli unici ad aver escogitato un piano infallibile per conquistare i doni del vecchietto di rosso vestito senza particolare sforzo.

Intere generazioni di marmocchi, prima di noi, ci hanno preceduto e altrettante si susseguiranno, tutte con la stessa convinzione: “Sì, vabbe’, buono buono non sono stato, ma Babbo Natale ha un cuore grande e chiuderà sicuramente un occhio”.

Per trecentosessanta giorni l’anno, facciamo anche trecentosessantuno, si saltella sul lettino fino a tarda sera invece di andarsene a nanna a un orario socialmente accettabile (ma anche non socialmente, già “accettabile” sarebbe stato un enorme passo avanti), si piantano i capricci più disparati “per vedere di nascosto l’effetto che fa”, si riduce la cameretta a un ammasso informe di giocattoli, giornaletti e vestitini da riporre nei cassetti.

Poi, a pochi giorni dal 25 dicembre, anche l’amabile terrorista più incallito cambia improvvisamente atteggiamento: sorriso smagliante, aria angelica, occhioni in modalità micio di Shrek, ubbidienza cieca ai genitori. Improvvisamente apparecchia la tavola, si lava i denti senza fare storie, desiste dal tentativo quotidiano di soffocare il fratellino poppante con il cuscino di Winnie the Pooh e addirittura fa i compiti il venerdì sera. Tutti, ma veramente tutti, e li fa in appena mezz’ora perché è quello il tempo medio per svolgere gli esercizi assegnati dalla maestra al netto delle consuete scenate alla Francesca Bertini.

I bambini più volenterosi (o più furbi, fate vobis) azzardano addirittura proposte quali: - Mamminaaaa, hai per caso bisogno di qualcosa? Posso magari aiutarti a cucinare? – o anche – Papà? Papino mio adorato, giornata pesante oggi in ufficio? Non affaticarti, fermo lì. Te le porto io le ciabatte!”

Tutti angioletti perché si sa “a Natale siamo tutti più buoni”. Babbo Natale chiude veramente un occhio, certe volte anche due. Però… Però, disquisizioni semiserie a parte, il concetto che non si dovrebbe essere buoni soltanto in particolari periodo dell’anno è ormai talmente scontato che non mi soffermerò neppure un istante a sviscerarlo: rischierei di scadere nella banalità e nella retorica e Dio solo sa quanto non mi piaccia farlo.

Per essere un filino più originale, mi permetto di aggiungere una difficoltà in più alla lunga lista delle buone azioni e dei sani comportamenti che noi genitori dovremmo inculcare, in un modo o nell’altro, nelle graziose testoline della nostra prole: essere buoni (e ovviamente non soltanto a Natale) anche con l’ambiente e la natura. Essere buoni sempre e non solo per brevissimi periodi dell’anno, soltanto perché l’occhio di Babbo Natale, che tutto vede e tutto sa più del Grande Fratello, potrebbe punirli negando loro il giocattolo tanto desiderato.

Adottare comportamenti ecosostenibili è possibile e può trasformarsi anche in un qualcosa di divertente e creativo. Vi faccio un piccolissimo esempio partendo proprio dalla carta per impacchettare i doni. Lo scorso anno ho acquistato un paio di rotoli di carta riciclata, del tutto simile a quella da imballaggio color beige e piuttosto tristignaccola, giusto? Sbagliato. Può trasformarsi radicalmente semplicemente incollando, una volta fatto il pacchetto, ritagli di vecchie carte colorate messe da parte dai regali scartati in precedenza.

Qualche frammento si salva dalle manine ansiose dei bambini, ve lo posso assicurare. Ecco, mettetele da parte e sfogate la fantasia. Vi assicuro che il risultato vi sorprenderà.

Un bel fiocco rosso o magari una coccarda (riciclata anche quella) e saprete dirmi. Seguendo lo stesso principio, si possono riutilizzare anche i fiocchi in raso che avvolgono le bomboniere oppure le decorazioni delle stesse. Se poi riuscirete a coinvolgere anche i vostri marmocchi (e difficilmente si tireranno indietro) sarete riusciti a regalare loro un esempio di come si possa reinventare con poca spesa, risparmiare e donare al destinatario del pacchetto anche qualcosa di veramente personale e “pensato” per lui.

Questo è il mio piccolo concetto di eco bontà, mi auguro che diventi anche il vostro.

Luana Troncanetti Luana Troncanetti  su Facebook

Luana Troncanetti

Scrittrice per caso, schiava devota dell'ironia, demente informatica, logorroica incallita e mamma strafelice di Alessandro. Sono perennemente allegra, anche quando vorrei impiccarmi con la cinghia dell'accappatoio.

Nei miei articoli sproloquierò a caso fin quando non mi cacceranno dalla redazione. Al momento, potete leggere i miei post sul blog La staccata e su Genitori Crescono.



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