Compiti delle vacanze: un castigo per le mamme?

Venerdì 25 Luglio 2014

I compiti delle vacanze. Ricordo quando ero una studentessa e odiavo i compiti estivi, quella cosa che mi impediva di giocare quanto avrei voluto, di uscire, di chiacchierare con le amiche e guardare la tv...

Ricordo mia mamma che come un disco rotto mi ripeteva “fai un po’ di compiti altrimenti non esci.” Ricordo che pensavo “lei non capisce”

Come poteva comprendere l’assurdità imposta da queste scadenze fisse e imprescindibili che avevano l’unico scopo dichiarato di toglierci la libertà? A me pareva piuttosto chiaro: i compiti sono una punizioni e per gli studenti, puniti per il semplice fatto di essere in vacanza.

Poi sono diventata mamma, i figli sono cresciuti, è arrivato il tempo della scuola e ho capito: la punizione è per le mamme, non per i figli.

Una mamma in estate non ha pace. Non solo si trova a dividere il suo tempo tra casa e lavoro, creando nuove dimensioni spazio temporali in cui riuscire a incastrare quantomeno spostamenti. Non solo deve sentirsi in colpa perché non passa abbastanza tempo con i propri figli lasciandoli alle cure (amorevoli) di nonni, zii, baby sitter, campi estivi, colonie diurne o altro... Non solo non può passare tutta la giornata in vacanza a costruire castelli di sabbia con la salsedine che solletica la pelle. No, il tempo che si riesce a ritagliare per la famiglia deve essere rovinato dal continuo e costante pensiero dei compiti delle vacanze.

Ricordo mia mamma che mi inseguiva per casa con il libro in mano, mi chiedevo quale forma di perverso sadismo la portasse ad un comportamento del genere. Oggi lo so: lo stesso sadismo che oggi affligge me. Dovrei arrendermi all’evidenza: mia figlia non ha la minima intenzione di fare i suoi compiti della vacanze, oppure insistere, forte del fatto che lo sto facendo per il suo bene e della certezza che, tra una trentina d’anni, quando anche lei sarà madre, la saggezza data dall’età la porterà ad apprezzare la mia perseveranza?

Un aspetto fortemente sottovalutato è l’ansia da prestazione delle mamme. Al parchetto sotto casa un bambino in età scolare che gioca con i suoi compagni evita l’argomento compiti: è consapevole che si tratta di un tabù, tutti sanno che ci sono ma tutti i bambini fingono di ignorarli: anche chi li ha ormai finiti finge indifferenza, pena essere bollato come secchione e per questo messo da parte.

Per le mamme non è così: le mamme sono terrorizzate dai compiti, dai commenti delle altre genitrici, vorrebbero parlarne, confidarsi, trovare conforto nella condivisione di un problema comune, ma temono di trovarsi al cospetto della mamma professorina. Quella che ti dice “come va con il libro dei compiti? Il nostro è finito!” “Anche il nostro è finito...” pensi, solo che “è finito chissà dove” perché è da quando lo avete comprato che non lo vedi più girare per casa.

Forse lo scriverai sulla giustificazione per la scuola “i compiti li volevamo fare, ma il cane si è mangiato il libro...” Una mamma non ha paura di far passare il figlio per il nerd della situazione. La mamma professorina ti racconta anche che il suo degno erede a fare i compiti si diverte, che li preferisce alla televisione.

Come puoi tu confessare che il tuo di degno erede ti ha proposto di andare dal dentista piuttosto che fare i compiti? Che gioca con il fratellino tutti i giorni perché sa che in questo modo tu non hai il coraggio di interrompere l’idillio per mandarlo a “fare i compiti?” Che in fondo a te quando giocano insieme piace e fa pure comodo perché anche se distruggono la casa almeno non ti chiamano ogni 15 secondi. Come puoi confessare che guardando fuori le belle giornate (ma sinceramente anche quelle un po' così e così e quasi quasi purè quelle in cui una pioggia torrenziale solca il terreno - che vuoi mica mettere fare i salti nelle pozze?) l'ultimo tuo pensiero è di stare a casa a fare i compiti e che preferisci uscire?  

Ecco i compiti delle vacanze a noi non piacciono mica tanto, ma mi sa che prima o poi il libro lo dobbiamo anche ritrovare...

Questo articolo è nato come sfogo della profonda invidia che provo nei confronti di chi con i compiti non ci litiga. Vi stimo!


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.