Petizione Usato Camp: diamo un futuro all'usato!

Venerdì 10 Aprile 2015

 Usato Camp è stato il primo convegno nazionale degli operatori professionali dell’usato, organizzato da Alessandro Giuliani e che si è svolto il 23 marzo. Il mercato dell’usato, in costante espansione negli ultimi anni lamenta diverse lacune legislative che Usato Camp ha voluto portare alla luce.

La prevenzione dei rifiuti, il riutilizzo degli oggetti e l’allungamento della loro vita sono la parte centrale della direttiva comunitaria 2008/98/CE, recepita dal D.Lgs 205/2010. L’obiettivo a lungo termine è quello di uno sviluppo economico sostenibile ed efficiente, riducendo gli sprechi e utilizzando gli oggetti anche più volte.

In questo senso i negozi dell’usato come Baby Bazar, ma non solo, sono in grado di ridurre i rifiuti, allungando la vita degli oggetti che possono ancora essere riutilizzati, evitando quindi che vengano gettati via e finiscano nelle discariche.

Questo non è solo un mercato ecosostenibile, ma un settore economico che permette lo sviluppo di un circolo virtuoso che riporta denaro contante nelle tasche delle famiglie e genera anche occupazione.

Cosa manca? Una legislazione che tenga conto delle potenzialità economiche ed ecologiche del settore dell’usato. Lo sapete che un negozio del riuso, per il solo reparto abbigliamento, permette un risparmio complessivo di quasi 130 tonnellate di Co2 e di più di 1800 metri cubi di acqua?

L’operatore professionale dell’usato non è però una figura riconosciuta nell’ordinamento italiano ed europeo. Ma qualcosa si sta muovendo, pare che piano piano si inizi a vedere l’inizio di un mutamento. Ma la necessità di leggi chiare e definitive si fa sempre più urgente. Le domande che ci poniamo e le richieste avanzate sono poche ma molto dirette.

  • Un codice ATECO per gli operatori in conto terzi. Lo sapete che un operatore dell’usato è equiparato ad un procacciatore d’affari e deve presentare uno studio di settore che non gli compete?
  • Una specifica categoria per il calcolo della Tari. Un negozio del riuso paga la Tari come un qualsiasi altro esercizio commerciale, ma in realtà reimmette in commercio un potenziale rifiuto. Il calcolo della Tari non dovrebbe pertanto essere calcolato di conseguenza?
  • Il riconoscimento che la nostra attività è di tipo produttivo
  • La riduzione dell'IVA al 10%, come per il servizio di raccolta differenziata. Attualmente invece viene applicata al riutilizzo di un prodotto usato un’Iva del 22%, come per un qualsiasi altro esercizio commerciale. Viene pertanto applicata l’Iva al 22% due volte sullo stesso oggetto.

Per sostenere il settore dell'usato in conto terzi, a Roma abbiamo lanciato una petizione, che vi chiediamo di sostenere e di condividere. Firmare è semplicissimo:  basta cliccare sulla nostra Petizione Usato Camp e seguire le istruzioni.

Condividete questa pagina su Facebook e sugli altri social ai quali siete iscritti, per raccogliere il maggior numero possibile di firme. Questa non è una petizione come tutte le altre. Forse non fa lo stesso rumore delle altre, ma è importante, perché porterà grandi cambiamenti, non solo nel settore del riuso, ma anche nel nostro e vostro modo di vivere l’usato ogni giorno.

Che ne dite? Avete voglia di darci una mano?



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