Quercetti: giochi made in Italy nel mondo

Martedì 16 Giugno 2015

Ho parlato della Lego, ho parlato del Meccano, ho parlato della Barbie, ma se devo proprio guardare ai miei giocattoli preferiti non ho dubbi: i chiodini e il Pallino. Dai, chi non ha mai giocato con i chiodini? Che i chiodini poi, o si amano o si odiano. Puoi creare disegni e forme colorate per ore, oppure puoi lanciarli in preda alla frustrazione, sono così.

Chiodini, Pallino, Georello, lavagne magnetiche sono giochi di una sola grande azienda italiana di giocattoli, la Quercetti. Una fabbrica completamente italiana di giochi educativi tra i più amati da almeno 3 generazioni. Giochi resistenti, che sviluppano l’intelligenza e la creatività del bambino e che passano di padre in figlio praticamente intatti. Per questo è facile trovare giochi Quercetti anche tra i giocattoli usati dei nostri Baby Bazar.

La storia dell’azienda Quercetti nasce, come nelle migliori favole, dalla passione del suo fondatore, Alessandro Quercetti. Appassionato di volo e aeromodelli, dopo la seconda guerra mondiale lavora per un breve periodo alla Inco Giochi. L’azienda però va in crisi ed è costretto a licenziarsi, pur continuando a frequentare i locali, in accordo con i proprietari, per utilizzare i macchinari per realizzare gli ingranaggi di un giocattolo che sta progettando.

Insieme a Briccarello fonda l’azienda Hopla, che suscita subito l’interesse di molti distributori stranieri con il Cavallo Galoppa, che diventa il giocattolo di punta, il simbolo dell’ascesa della Hopla nel mondo dell’industria.

E i chiodini? I chiodini nascono da un’idea di un’azienda francese. Inizialmente erano un mosaico multicolore in rilievo per bambini dai 3 ai 15 anni, il Coloredo. Ma nel 1953 Alessandro Quercetti intuisce immediatamente le potenzialità del giocattolo e diventa il distributore esclusivo per l’Italia. Inizialmente si limita a rivendere la versione francese con il suo nuovo marchio Quercetti, ma verso la fine degli anni ’50 inizia una serie di rielaborazioni, modifiche e miglioramenti, creando il caratteristico chiodino che conosciamo un po’ tutti e la tavoletta traforata. La produzione su scala industriale e i costi ridotti permettono una diffusione capillare dei chiodini in ogni casa.

"Fu Antonio Bueno (Berlino 1918, Firenze 1984), esponente del Gruppo '70, rassemblement d’artisti fiorentini noti per aver creato una forma d'arte "tecnologica" che si serviva di materiali d’origine commerciale, pubblicitaria o giornalistica, ad usare per primo, nel biennio 1965-1966, i chiodini Quercetti, per realizzare le sue opere. Si trattava di volti femminili composti con chiodini di diverso diametro. La sua opera “Figura n° 37” del 1966 così realizzata è ancora oggi visibile presso la Gam, la Galleria d'arte moderna di Torino. Ed ancora l'opera "Volto" del 1965 realizzata in tecnica mista con l'utilizzo dei chiodini colorati per delimitare il contorno di un volto femminile è visibile presso la Fondazione Culturale Bruno Caruso di Giardini Naxos a Messina. In tempi più recenti fanno irruzione nel variegato mondo dell’arte contemporanea, i ritratti di persone dell’artista lombardo Antonio Marciano che utilizza le tavolette modulari ed i chiodini Quercetti più piccoli per quadri che assumono un’estetica che si può definire “pixelata” dove l’immagine è divisa in puntini, come appunto fossero pixel." (Wikipedia

I chiodini sono il prodotto più conosciuto della Quercetti, ma come dimenticare il Pallino, il Georello che ho ancora in cantina da qualche parte, le lavagne magnetiche con lettere e numeri, lo Spirograph e ultimo in ordine di tempo lo Skyrail, una pista per le biglie assolutamente affascinante, non così semplice da assemblare ma capace di incantare grandi e piccini.

Insomma quando vediamo un gioco della Quercetti sentiamo istantaneamente profumo della nostra infanzia, ricordiamo le serate invernali passate con il pigiama di lana a giocare sul pavimento, ricordiamo la fatica di tenere in mano i chiodini con quella forma così assurda, le prime parole scritte con le lettere calamitate, gli ingranaggi del Georello.

Oggi l’azienda è ancora in mano alla famiglia Quercetti che detiene il 100% delle quote di propiretà. Ed è questa scelta e la scelta di puntare ancora ad un giocattolo educativo e completamente made in Italy, che permette all’azienda di navigare in acque tranquille anche in tempi di crisi.

16 mila mq di stabilimento, 15mila pezzi al giorno prodsotti, un processo produttivo che riduce al minimo gli sprechi di energia e materiali, utilizzo di carta certificata FSC, riciclata e ECF (senza utilizzo di cloro) e inchiostri a base di oli vegetali. E non solo. I prodotti Quercetti sono realizzati “secondo la più recente e restrittiva Direttiva Europea 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli e sottoposti a ulteriori test interni.” (Quercettistore.it)

Questo è il made in Italy che ci piace raccontare, questa è la qualità che vogliamo riproporre anche tra i giocattoli usati dei negozi Baby Bazar. Perché nonostante le mode, i personaggi che vanno e vengono, le pubblicità che i bambini guardano, sono questi i giochi che amano davvero, che restano nei loro cuori e nelle loro cantine, pronti a vivere di nuovo, la prossima volta.



newsletter

Vuoi rimanere aggiornato e ricevere, ogni 15 giorni, la newsletter di Baby Bazar? E' gratis! Iscriviti subito!

 

blog bimbi

Ogni Baby Bazar ha un suo blog personale dove trovi eventi ed offerte. Vieni a scoprire le notizie dai blog.