Passate le udienze? Easytudine e autocritica

Venerdì 02 Dicembre 2016

Lo so, sei alle prese con le udienze scolastiche. Anch’io. Che tu sia alla materna o alle superiori le udienze possono essere il momento più temuto dell’anno scolastico. Molto, molto di più delle pagelle. Perché le pagelle riguardano i voti e a quelli, nel bene e nel male, sei preparata.

Le verifiche arrivano a casa, le devi firmare. Le udienze riguardano te. No, non sono impazzita. Ma diamo voce a questo piccolo tabù: le udienze riguardano te come madre, come padre. Siamo un pò egocentrici, dai. Come se tutto dipendesse da noi...

Con le udienze si inizia alla materna e non si finisce mai

Ora, dipende dal bambino. Le udienze possono essere una passeggiata di salute o un continuo stillicidio alla tua autostima come genitore. Io passo attraverso entrambe. Si inizia alla materna con un paio di incontri all’anno con le maestre. Arrivi che hai le palpitazioni la prima volta. Poi dipende a che figlio sei e com’è andata la prima volta. E dipende dalle maestre...

Con il mio grande avevo le palpitazioni sempre. Perché all’asilo e alla materna si parla del comportamento del tuo bimbo, non certo del rendimento, e delle sue capacità. È lì che inizi a metterti in discussione se qualcosa non va per il verso giusto. Beh insomma, quasi tutti si mettono in discussione...

udienze scolastiche

Che poi ti metti sulla difensiva e ti dici che le maestre vogliono i bambini tutti uguali e che il tuo è diverso (migliore pensi in fondo in fondo, dentro di te). Poi approdi alla scuola primaria e ti aspetti che si parli di rendimento. E invece no. Ti parlano ancora del suo comportamento.

E insomma, pare che sto bambino non maturi mai. Chiacchiera troppo, non sta in fila, interrompe la lezione. “Ma non è mica l’unico signora!” Eh no certo, ma ora ci sto io qui a testa bassa a sentirmi una pessima madre.

Ma poi maturano eh. Sì sì, me lo dicono tutti. No, perché devo fare le prime udienze alle medie e odio trovarmi nella stessa situazione per cui arrivo alle udienze sperando in grossi miglioramenti e invece trovo maestre distrutte e stanche e una situazione tutta da sistemare.

Ci sono mamme che desistono, giuro, ne conosco. Mamme che non riescono più a reggere il giudizio e mandano i papà alle udienze.

Ma perché la prendiamo così sul personale?

Ammettiamolo, chi più chi meno, queste udienze le prendiamo un pò come un giudizio personale. A me è successo molte volte, soprattutto con il primogenito, soprattutto quando le maestre consigliavano un percorso esterno alla scuola per rimetterlo in riga. Serviva davvero? Io ho sempre pensato di no e ho avuto ragione. Ma questi presunti consigli hanno pesato molto sulla mia sicurezza genitoriale.

Poi il bambino è diventato un ragazzino, le stesse dinamiche si sono ripetute con il secondogenito, ma ormai ero vaccinata. Ero più tranquilla, decisamente navigata in tema di udienze. Ho iniziato a prendere il ‘giudizio’ delle maestre per quello che era.

Intanto non era un giudizio rivolto a me, non sempre. Ce lo ripetiamo spesso ma in fondo, se ci dicono che nostro figlio fa casino in classe, un po’ in colpa ci sentiamo sempre.

Ho imparato, anche grazie a due figli che non ci pensano minimamente a farsi manipolare da ciò che pensano gli altri, che se un bambino disturba in classe certo, può essere anche una tua responsabilità, lo è sicuramente nel tuo agire di conseguenza al comportamento scorretto, ma non è mai un giudizio sul tuo ruolo.

Se la maestra dell’asilo ti consiglia la psicomotricità e sei al tuo primo figlio, non è una tua presunta colpa. A volte sono maestre con 25 bambini da seguire e quelli che spiccano di più creano un certo squilibrio. A volte devi arginare le tendenze di tuo figlio. A volte lui/lei è semplicemente quello che è, bellissimo, confusionario, chiassoso e irriverente.

Come capire dove inizia la tua responsabilità di genitore, dove la sua indole e dove l’intransigenza della maestra? Come sempre, da quando vengono al mondo, è una questione di equilibri, di stare in equilibrio su una corda molto sottile e nessuno che ti insegna come si fa, meno che mai alla nostra generazione.

Quindi un po’ di tisana rilassante, due respiri profondi e via, verso le nuove udienze.


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Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..