Oggetto transizionali per la crescita dei bambini

Venerdì 25 Gennaio 2013

oggetto transazionaleI bambini, fin da neonati, hanno bisogno di contatto, di contenimento, di affetto. Crescono grazie alla relazione con la madre e con il padre (finalmente valorizzato dalla pedagogia contemporanea) e, grazie al sostegno sempre maggiore dell’allattamento al seno, l’importanza del contatto è in primo piano: puericultrici, ostetriche, pediatri sono tutti d’accordo sul valore e l’importanza di questa pratica.

Ciononostante, molti bambini, attorno ai 4 mesi, iniziano a utilizzare un oggetto transizionale, spesso spinti anche dai genitori, perché possano acquisire piano piano un po’ di autonomia.

Che cos’è questo oggetto? È positivo che i bambini lo utilizzino o dobbiamo temere l’attaccamento ad altro che non siano i genitori, anche da un punto di vista fisico?

L’oggetto transizionale può essere un peluche, una bambolina, il lembo di un lenzuolino o di una copertina. Molti bambini usano il pollice o il ciuccio, che in un certo senso può essere considerato un oggetto transizionale e che li accompagna spesso anche dalla veglia al sonno, facilitando l’addormentamento.

I genitori non devono temere. L’uso di un oggetto è un piccolo passaggio, l’acquisizione di una competenza in più: il bambino riconosce qualcosa che non è se stesso, né la propria mamma e inizia ad attaccarsi a esso per bisogno di rassicurazione.

Non dobbiamo temere questo attaccamento. È un passo verso l’autonomia e va riconosciuto come momento di passaggio. Se ci accorgiamo che – in un certo senso – l’oggetto diventa un feticcio, dobbiamo fare un po’ di attenzione. Cerchiamo di esserci di più, di contenere e di dare affetto.

oggetto transazionale

L’oggetto può tornare in varie fasi della crescita, aiutando il bambino ad avere maggiore sicurezza: non stupiamoci se durante l’inserimento all’asilo o con la nascita di un fratellino torna il desiderio che sembrava sopito di tenere sempre con sé una bambolina o un piccolo pupazzo. Diamo al bambino il tempo di ambientarsi, di vivere serenamente il cambiamento, e un po’ alla volta aiutiamolo a prendere consapevolezza: la mamma e il papà tornano, non c’è niente da temere.

Alcuni oggetti si prestano più di altri a diventare oggetti transizionali. Le bambole Waldorf ad esempio sono giochi meravigliosi perché non hanno tratti molto definiti: un volto morbido e dei lineamenti poco marcati lasciano al bambino la possibilità di dare un’interpretazione personale a quell’oggetto. Lo riconosce come suo perché crescendo e giocandoci (anche quando non sarà più un oggetto privilegiato) farà giocare sempre un ruolo diverso a quella bambola.

Sul web sono presenti moltissimi tutorial per imparare a realizzare da sé una bambola waldorf: un investimento di tempo che darà i suoi frutti!

Come sempre, se riscontriamo delle anomalie o dei comportamenti particolarmente ossessivi nei confronti degli oggetti, rivolgiamoci senza indugio a un pediatra e confrontiamoci con altri genitori.



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