Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Lunedì 25 Novembre 2013

Oggi 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza degli uomini sulle donne.

Ci ho dovuto pensare un bel po’, interrogarmi nel profondo: parlarne? O lasciare che l’argomento passi in sordina?

No. Non è che non credo nell’importanza di una giornata come questa. Ma credo che ogni giorno dovrebbe essere “la giornata mondiale contro la violenza”. Lo so, mi sento un po’ come chi dice “io non festeggio San Valentino, perché se ami è San Valentino tutti i giorni.” Ma io sono così. Io non vorrei parlare della giornata contro la violenza sulle donne, perché il valore di una vita (che sia di una donna, di un bambino, di un uomo ma anche di un animale) dovrebbe essere un valore universalmente riconosciuto.

Ero persa in queste fantasie mentali quando una mia amica (la mia persona, quella speciale, che ognuno dovrebbe avere) mi manda una foto, scattata con il cellulare e scritto “Ti interessa?” e sotto una confezione di salvaslip con un messaggio pubblicitario che farebbe accapponare la pelle alle suffragette che, ormai una mezza eternità fa, bruciavano reggiseni in nome dei diritti delle donne.

Un seno grande e ben modellato, spiccava in primo piano contornato dalla scritta “Ti piacerebbe averle così? Te le pago io!” e sotto la spiegazione “Basta inviare 3 codici a barre per partecipare all’estrazione di un bonus di € 6.000 per il tuo nuovo look.”

A parte gli scherzi il messaggio è terribile” Mi scrive poco sotto. E io quasi non la ascolto, è bastato questo, poche parole stampate su un allegro sfondo rosa confetto per capire cosa voglio dire: le donne sono più un corpo ben modellato.

Finché il messaggio predominante è questo, la donna oggetto per definizione, non c’è da stupirsi che ci siano uomini che trattano le donne come loro proprietà. Esempio lampante di quanto manchi il rispetto. Il rispetto verso gli altri, ma soprattutto il rispetto verso sé stessi. Perché un uomo che picchia una donna, manca di rispetto a lei ma anche a sé stesso. Perché un essere umano ha il dovere di comportarsi da essere umano.

Sono tristemente diventati attualità negli ultimi anni termini quali femmicidio (l’omicidio di una donna) e femminicidio (l’insieme di tutte le violenze e discriminazioni compiute contro le donne, per ledere la loro libertà ed identità, non solo fisicamente). Sono realtà che esistono da sempre, ma solo ultimamente sono diventati oggetto di analisi.

Nel 2010 su 151 omicidi di donne 127 erano femmicidi. La violenza maschile contro donne, bambine e contro tutti coloro che hanno identità femminile scaturisce da passioni personali le cui radici sono ben piantate in un contesto ideologico fortemente segnato dalla gerarchia di genere. Dunque non si tratta di questione privata ma di un problema politico, le cui cause sono socio-culturali. Non a caso, infatti, la maggior parte dei femminicidi e femmicidi viene perpetrata entro le mura domestiche da parenti o conoscenti delle vittime. L’emergenza va quindi affrontata tanto con strumenti materiali, legali, medici, sociali, che con la diffusione e lo sviluppo di una cultura della nonviolenza attenta alle differenze di genere.” Giovanna Covi, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Trento.

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.