Racconti dalla Germania: in coda

Lunedì 06 Gennaio 2014
Rachele sta tornando a casa dallo zoo. Sono le 17 in punto, 15 km la separano da casa e sa che ci impiegherà i soliti 20 minuti. E invece no: coda. “Ma non è possibile! Ancora fanno i lavori in questa strada? Ma allora anche qui sono lenti come da noi” sbuffa dopo appena due semafori persi.

Passano i minuti e l’auto di Rachele supera il semaforo. Ancora coda.

“Ma non è possibile, bambini! Ma allora anche qui c’è il traffico del rientro come a Milano” sbuffa ancora, ma per niente innervosita. Ormai lo fa per abitudine, brontolare alla guida.

Quando c’è traffico si brontola, si sbuffa, ci si innervosisce, è implicito nel codice della strada. O per lo meno nel codice milanese, o romano, o napoletano...

Uscita dalla città, l’italianissima macchina imbocca la statale.

Coda, coda e ancora coda.

Scatta un rosso, poi un altro, e ancora e ancora, ma che ci importa? tanto noi abbiamo la musica! I tre cantano le canzoni dello Zecchino, cantano la Vecchia Fattoria, mangiano mandarini e osservano la pioggia che ha appena iniziato a tamburellare sui vetri.

Devono girare a sinistra, e ad ogni verde passano quattro macchine; "Al prossimo turno è fatta!" pensa lei.

E invece no.

Un taxi si infila di straforo davanti a lei dalla corsia di chi va dritto, e Rachele sta già per riprendere a sbuffare, ligia al suo dovere di automobilista italica.

Ma lui ha tirato giù il finestrino, le sorride bagnandosi tutto, fa un cenno con la mano e le chiede il favore di passare.

Lei annuisce e rallenta. E perde ancora un semaforo.

“Se sei felice e tu lo sai batti le mani!” clap clap… e via così, per tutti i 48 minuti di coda, che passano come un tragitto qualsiasi.

Solo allora si rende conto che nessuno ha suonato il clacson: se c'è coda, un motivo ci sarà e dare aria alle trombe, in effetti, è perfettamente inutile.

Solo allora nota che al semaforo le auto passano soltanto se l'incrocio è tutto sgombro, e in caso contrario si fermano anche col verde: non ha senso bloccare il transito anche a quelli che vanno in altre direzioni, in effetti, mettendosi in mezzo. E non c'è bisogno di un vigile che lo imponga.

E solo allora si accorge che non ci sono furbi in Germania: chiunque avrebbe potuto superare l'interminabile coda e infilarsi davanti a tutti all'ultimo momento. Ma questo non sarebbe corretto, e nessuno si sogna di farlo.

E' un mondo di stupidi, penserebbe qualcuno di mia conoscenza.

Poco più avanti un incidente: quattro auto coinvolte e tre pattuglie di polizia. Mamma li supera e vola verso casa nel buio totale dell’autostrada, spiegando ai bambini incuriositi che cosa sia un incidente.

E infine cantano ancora, perchè perfino quel viaggio è stato parte integrante del bellissimo pomeriggio trascorso insieme.

Ma allora... si può fare! {

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Rachele Racconta

Rachele è un'ex marchigiana, ex bolognese, e (finalmente!) ora è pure una ex milanese. Si è trasferita in Germania da pochissimo, al seguito di un marito lavoratore e due piccoli pestiferi italianissimi, di 3 e 5 anni.

Nella fase di "luna di miele" del primo periodo dal trasferimento, vi mostrerà che esistono cose... che voi italiani non potete neanche immaginare! Potete seguire le sue peripezie quotidiane sul blog Rachele Racconta.