My little Pony vs Mio Mini Pony

Martedì 11 Febbraio 2014

Una semplice idea mormorata all’interno della nostra redazione virtuale “che ne dite se parliamo dei cartoni animati di oggi e di ieri?” Ne è nato un dibattito “a me piace…” “a me non piaceva…” poi Stefania Eccel mi dice “A me piacevano i Mini Pony, altro che quello di oggi!” Ma come? Le rispondo. Io i My little Pony li adoro, io e Gaia ce li guardiamo e cantiamo la sigla! Vorrai mica paragonare la fighissima Rainbow Dash, con quegli equini lamentosi che ci sorbivamo noi?

Si vogliamo mettere. Ed è così che è nato questo articolo, la nostra arringa a difesa dei nostri assistiti. I Mini Pony di ieri, contro i My Little Pony di oggi.

Stefania E. in difesa dei Miei Mini Pony.

Quando sento Stefania affermare che "My little Pony" sono migliori dei "Mini Pony" ho avuto un sussulto: come si fa a dire ciò?

I Mini Pony di cui ero innamorata da piccola erano dolci, vivevano in un mondo color pastello, le loro avventure erano, a parte surreali, sempre accompagnate da armonia e amore.

Ora non riesco a ricordarmi tutti i nomi, le loro avventure e le loro infinite storie (diciamocelo qualche anno è passato) ma se penso a quel cartone ( e all'unico Mini Pony che i miei genitori mi hanno regalato e con cui Alice gioca ancora) mi si aprono ricordi sereni... una musica rilassante, colori tenui e, nonostante gli scontri con i nemici, un'atmosfera lenta che permetteva di assaporare i tratti dei vari personaggi.

Ecco la lentezza è il tratto che più mi manca dei cartoni di una volta! Con la lentezza riesci a pensare, a riflettere a farti una tua idea, interiorizzare meglio ciò che sta accendendo, CAPIRE i dialoghi, sentirtene parte e non solo spettatore che subisce la sequenza di immagini veloci che lo schermo ti pone davanti.

Guardando I My Little Pony "moderni" mi manca questo, le musiche sono molto forti e veloci, i colori super accesi e quindi eccitanti, i dialoghi veloci, insomma mi viene l'ansia se guardo una puntata intera!

Son convinta che ai bambini piacciano molto (ma Alice non li vede sia mai che smonti le mie teorie) proprio perché hanno il colore, il ritmo e le musiche; ma che ci posso fare, sui cartoni sono molto vecchia!

Stefania D. in difesa dei My little Pony.

Quando ho cominciato a vedere nei negozi di giocattoli i nuovi My Little Pony mi sono ritrovata a storgere un po’ in naso “i Miei mini Pony? Ancora” Non ne potevo davvero più. Da piccola avevo tutto, la stalla, diversi Pony (la mia Preferita era una Pony rosa con la criniera folta e le ali scattanti) svariati accessori e diversi amici complementari.

Così, com’era ovvio, avevo accolto la notizia dell’inizio di una serie animata con una gioia immensa. Ma poi… che noia! Non ho mai sopportato quegli equini malinconici che tanto mi ricordano Yo Yo l’amico pessimista di Winnie Pooh.

Così quando Gaia mi ha detto "mamma guardiamo i My Little Pony" ho ripensato al mio passato con una punta di ribrezzo. No. Ancora no.

Poi abbiamo iniziato a guardarli, e cavolo, non sono mica male. Anzi devo dire mi piacciono proprio.

Le protagoniste sono simpatiche, allegre, sorridenti, caratterizzate tutte talmente bene che è troppo facile vedere nei vari atteggiamenti quelli di Gaia e delle sue amichette. Ed è così che lei diventa Fluttershy perché le piacciono tanto gli animali, la sua amichetta A. è Rarity perché è vanitosa e il fratellino che salta e corre è Rambow Dash, il pony volante che scatta tra le nuvole. A me personalmente piace Pinky Pie, come potrebbe non essere così? Completamente folle, golosa e positiva fino alla fine.

Tra tutti i cartoni animati pessimi che stanno uscendo, è stata una bella sorpresa scoprirne uno ricco di buoni sentimenti, ogni puntata è scandita da varie peripezie e la “morale finale”. Mi piace il messaggio che caratterizza ogni puntata: stando unite e aiutando gli amici si riescono a superare tutte le difficoltà.

Scritto a 4 mani da Stefania D. e Stefania E. 


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.