Lettone o lettino: voi cosa avete scelto?

Domenica 23 Febbraio 2014

Lettino o lettone? Ad essere sincera non ho scelto io: il lettone ci ha scelte, tutte e 2 insieme, inseparabili, ci aveva conosciute come un’unica entita per 9 mesi e pareva che la cosa sarebbe continuata per un bel po’.

Insomma, quando la nostra primogenita è nata la scelta è stata piuttosto: tutti insieme a dormire nel lettone o tutti svegli dove pare a voi? Non so voi: io non ci ho dovuto neanche pensare. Ed è così che siamo finiti tutti nel lettone.

Diciamolo, quando si diventa genitori la parola “democrazia” assume un significato nuovo. Non è che un bambino non ti lascia fare quello che vuoi, è che puoi decidere di fare quello che vuoi tu con un bambino che ti urla nelle orecchie oppure puoi fare quello che ti chiede lui. Urlerà lo stesso, chiaro, ma decisamente molto meno.

Poi a me piaceva stare tutti insieme: mi piaceva accoccolarmi con lei rannicchiata contro la mia pancia e sentire il suo respiro che si confondeva con il mio. E poi, con l’allattamento a richiesta è decisamente comodo. Spesso non mi svegliavo neanche, lei mangiava e io potevo continuare a dormire: cosa non da poco visto che la nostra giornata cominciava alle 5.30, non c’era verso di dormire di più. Niente coccole per noi la mattina appena svegli, quindi tato vale approfittare durante la nottata!

Le scuole di pensiero, ovvio, sono diverse, ma vogliamo mettere quanto è naturale stare vicini? Allungare una mano e sentire qualcuno al tuo fianco? A me piace tanto, perché per i miei bambini dovrebbe essere diverso La risposta mi è arrivata sotto le (inattese) spoglie della mia pediatra, quando ho confessato che si dormiva tutti insieme nel lettone ha commentato “e fate benissimo. Quella di dormire separati è una convenzione sociale, imposta negli ultimi anni. Una volta si dormiva tutti nella stessa stanza. E poi – mi dice come se mi stesse facendo una grande confessione – Siamo mammiferi e i cuccioli di mammifero dormono con la mamma

Avevo il benestare della pediatra (all’epoca la massima autorità con cui mi ero mai interfacciata riguardo la maternità) cos’altro potevo desiderare?

Poi è arrivato lo svezzamento, e con lui la consapevolezza che prima o poi avrei dovuto far uscire mia figlia dalla stanza. Ma come? Non avevo fretta, ma ero preoccupata: si svegliava spessissimo e di passare delle notti in bianco con l’imminente inizio del lavoro non ne avevo la minima intenzione.

Il “quando” lo ha deciso, un'altra volta Gaia. Non me lo ha detto, chiaro aveva 8 mesi, ma aveva iniziato a dormire accarezzando con le sue dolci unghiette il mio collo. Tre notti e non la sopportavo più. Dormivo avvolta nel lenzuolo come una mummia e mi svegliavo con delle graziose escoriazioni violacee: o lei o io. La convivenza doveva finire!

E così è stato, è finita nel sul lettino, ricordo che mi ero preparata al peggio: ero pronta a una resistenza pacifica (avevo letto “fate la nanna” e deciso che non faceva per noi), ero pronta a struggermi in lacrime, ero pronta per difendere il mio territorio. Alle 9.00 l’ho messa a dormire e... non l’abbiamo sentita fino al mattino dopo! Possibile? Mi chiedevo. Evidentemente si. Dormire nel lettone non crea una dipendenza da cui è difficile riaversi. Dormire nel lettone è una necessità condivisa che, finché vissuta positivamente è un’esperienza indimenticabile (Ormai Gaia è nel pieno della ribellione, e mi fa bene ricordare che quella che ho davanti e mi risponde con sguardo saccente è la stessa bambina che 6 anni fa mi stringeva il dito con il suo pugnetto chiuso), e che ci terrà unite per tutta la vita.

Certo. Gli alti e bassi ci sono stati per anni. A volte torna ancora oggi per rivendicare il suo spazio in mezzo a noi. Occasionalmente le viene concesso, ma è uno strappo alla regola e lei lo sa.

E poi ci sono sempre le domeniche mattina. Quelle sono dedicate alle coccole nel lettone. E spero lo saranno per tanto, tanto tempo.


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.