Quel motivo in più per diventare mamma

Domenica 15 Giugno 2014

Exp14 la convention di Baby Bazar e Mercatopoli che si è svolta nei giorni scorsi, è, per una mamma come me, soprattutto l’occasione giusta per passare 2 giorni a parlare solo con persona adulte.

Chi non ha figli non può capire la bellezza del silenzio, del non dormire con un ginocchio impiantato nello sterno, la gioia di fare colazione senza doversi alzare 45 volte per:

  • prendere il latte,
  • scaldarlo,
  • versarlo nella tazza,
  • prendere il latte freddo perché il latte caldo è troppo caldo,
  • prendere i biscotti,
  • stendere il miele e il Philadelphia (niente domande prego) sulle fette biscottate,
  • raccogliere un cucchiaio lanciato per terra,
  • rispondere a domande esistenziali che solo una settenne può fare,
  • consolare un quattrenne perché lo yogurt è finito e giuro davvero che pomeriggio lo vado a comprare,
  • pulire le briciole che altrimenti arrivano le formiche,
  • dare da mangiare al gatto prima che decida di azzannare la prima coscia che gli capita a tiro.

Insomma quelle cose li, le gioie della maternità.

Capita, durante il mio week end da single di ritrovarmi a rispondere a domande scomode del genere “ma a te l’istinto materno quando è scattato? Perché una persona sana di mente e realizzata dovrebbe decidere di avere un figlio?”

Bella domanda... interessante... perché?

Beh un figlio... un figlio ti tiene sveglia la notte ancora prima di nascere, ti fa agitare e vivere perennemente sottopressione, i racconti del parto sono peggio di un film dell’orrore (per tralasciare la parte splatter) e con la prima notte a casa ti accorgi che nulla sarà più come prima: nel senso che ti rendi conto che dormire tutta la notte è un lusso che non ti potrai permettere per tanto tanto tempo.

Essere mamma significa attraversare un mare tempestoso senza bussola in una notte senza luna, significa navigare al buio senza radar perché, ti accorgerai, tutto quello che hai letto è perfettamente inutile.

Diventare mamma significa che “evento mondano” è il compleanno dell’amichetto al parco, che l’ultima Hit ascoltata all’autoradio risale alla Baby Dance delle vacanze, significa che l’ultima fetta di pizza, la mangi fredda perché prima devi assicurarti che non la voglia tuo figlio.

Significa non scegliere più il gusto del gelato: tanto devi mangiare quello che avanzerà tuo figlio (e sicuramente sarà un gusto che detesti), significa correre dietro a una bicicletta e sentirsi ripetere 1001 volte al giorno “Mammaaaaaaaa!” urlato in toni sempre più alti e lamentosi.

L’istinto materno ti coglie all’improvviso, un giorno guardate un bicchiere di tequila e sognate biberon di latte e passeggiando per la strada vi ritrovare non più a guardare le vetrine, ma a osservare malinconiche passeggini e carrozzine spinte da mamme che vi sembrano bellissime.

L’istinto materno è una cosa subdola che ti colpisce mentre sei intenta a fare altro: bere una birra ad esempio, o ballare in discoteca, o fare colazione a letto mangiando schifezze che non ti potrai più permettere. Un giorno ti guardi allo specchio e pensi: quello che ho non basta più e inizi ad immaginarti con il pancione, a sorridere pensando a quel bambino che ancora non c’è ma che nella tua mente è più reale che mai.

Diventare mamma significa fare docce alla velocità della luce, non stare mai da soli in bagno, camminare su giocattoli spigolosi nel cuore della notte.

Significa che un week end di pioggia non è un week end da coccole e film, ma un week end da “oddio e che ci inventiamo fino a lunedì?”

Significa non avere idea di cosa succede nel mondo ma conoscere a memoria la programmazione di Rai yoyo e Cartoonito.

Insomma, perché una persona sana di mente, magari nel pieno della carriera dovrebbe decidere di avere un figlio? Non lo so, non lo ho ancora capito. Ma so che mentre mi perdo nel profondo degli occhi dei miei figli e mi asciugo la guancia da un bacio così bavoso che il tasso d’umidità di casa si innalza immediatamente mi rendo conto che questo è il mio posto. E che farei tutto esattamente nello stesso identico modo.


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.