Sveglia, è mattina!

Mercoledì 24 Settembre 2014

Un urlo, un calcio in faccia, un paio di occhiali infilzati in mezzo agli occhi... non importa quale sia la tua sveglia: il messaggio è chiaro; è mattina.

Ti sei svegliata nel bel mezzo di un sogno e fatichi a prendere le misure della realtà, vorresti richiudere gli occhi e aspettare qualche altro minuto. Lo desideri, lo brami, quasi quasi sei convinta che rientri nei tuoi diritti, sei adulta! Se vuoi dormire per altri 10 minuti lo puoi fare!

Ma non puoi: sei una mamma, e tuo figlio ha deciso che è ormai ora di alzarsi.

I bambini hanno una sofisticatissima sveglia incorporata nel DNA e viene tarata sulle seguenti dinamiche:

  • Mattina lavorativa: rigorosamente tardi, che, neanche le cannonate aiutano e tu sei costretta a vestirli mentre ancora russano e a far mangiare la colazione in macchina mentre li accompagni a scuola;

  • Mattina festiva: molto, troppo, scandalosamente presto. Della serie che i Pub stanno ancora servendo le ultime birre e tu sei già in piedi a preparare il caffè.

Le mattine lavorative sono le più tragiche (forse). 

Senti suonare la sveglia in lontananza e il tuo subconscio grazie ad un'innato istinto di sopravvivenza la ha inserita all'interno di un sogno per convincerti che no, non è ancora ora di svegliarti. Ma la ragione ha la meglio e faticosamente abbassi le coperte e cerchi di aprire degli occhi che sembrano incollati. Sei talmente stanca che pure la luce della sveglia sul soffitto ti da noia. Fai mente locale: perché sei così stanca?

E allora dei ricordi fanno capolino nella tua mente:

  1. Tuo figlio che interrompe la tua prima fase REM per dirti che deve andare in bagno, lui si riaddormenta in 3 nanosecondi, tu ci metti un’ora buona in cui compili mentalmente la lista della spesa; inutilmente tra l'altro la mattina dopo ricordi vagamente di avere una dispensa, come vada riempita è al di fuori delle tue competenze attuali.
  2. Mentre ti stai finalmente riaddormentando tua figlia irrompe in camera urlando. Pensi ad un incubo e scatti per rincuorarla, ma lei ti dice che “ti vuole bene” e torna a dormire. Devi mettere un limite temporale alle dimostrazioni di affetto nelle ore di veglia. Appunto per domani, insieme al bollettino da pagare e a quell'altra cosa importantissima che non ricordi cos'è. Ci pensi per mezz'ora poi desisti e ti addormenti.
  3. Poi hanno sete, poi arriva davvero l’incubo, praticamente ti sei addormentata alle 6.30, giusto una manciata di minuti prima che la sveglia di intromettesse nei tuoi sogni.

Sei tentata di andare in camera dei tuoi figli e saltare sul loro letto, urlando che è ora di svegliarsi ma il pensiero che sia un atteggiamento troppo puerile ti blocca. O forse è solo la consapevolezza che se ti avvicini ad un letto la tentazione di sdraiarti sarebbe troppo forte per resistere. 

Allora ci provi dolcemente “amori... sveglia” Nulla.

“Amori... dai che è tardi!” Tutto tace.

“Allora? E’ ORA DI SVEGLIARSI!” e loro con uno sguardo stropicciato dal sonno ammiccano con gli occhioni languidi.

“Ancora 5 minuti...”

Anche oggi sei l’ultima che arriva a scuola, nell'ordine del giorno nel prossimo consiglio di classe sospetti che ci sia una delibera sulla possibilità di affidarti un paio di chiavi: così almeno eviti di attaccarti al campanello e interrompere i giochi dei bambini.

Quando finalmente hai consegnato tutti i figli ti crogioli un secondo nel silenzio della tua macchia: anche per oggi è andata, sono sopravvissuta alla mattina!


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.