Di bambini, vestiti e abbigliamenti improbabili

Lunedì 24 Novembre 2014

Noi adulti seguiamo una serie di “dogmi” per quanto riguarda l’abbigliamento: una maglia a righe non sta bene con un paio di pantaloni a quadretti; un golfino arancione fa a pugni con una gonna viola eccetera. Ma questi pensieri, che per noi sono assolutamente sensati, lo sono altrettanto per i nostri figli? Mi sono posta questa domanda l’altro giorno quando Gaia è arrivata abbracciando una maglia verde e una gonna azzurra.

Le ho detto che no, non poteva vestirsi in quella maniera. Lei mi guarda e, con l’aria trasognata che la contraddistingue mi fa “perché no? Sono belli tutti entrambi.”. Già. Perché no? E' come quando ho cercato di spiegare a Samuel che lo yogurt con la pasta al pesto non va bene: alla fine lo ha dovuto assaggiare e gli piaceva...

E' giusto che i bambini seguano dogmi prestabiliti sul modo di vestire (fermo restando che l'abbigliamento deve essere adeguato alla stagione e alle attività che si svolgono – una gonnellina a balze con un corso di ginnastica proprio non ci sta-), oppure è meglio che seguano il loro istinto e che si mettano i vestiti che più amano?  

Mi ritrovo spesso combattuta, guardo con un misto di (sana) invidia e timore chi riesce ad avere bambini abbigliati in maniera impeccabile: i miei si macchiano con la velocità della luce, riescono a limare le ginocchia dei pantaloni anche da fermi e, un paio di calze (di Gaia) non durano più di mezzo pomeriggio.

Sinceramente quando riesco ad utilizzare una maglietta per 2 giorni di seguito mi sento una specie di miracolata e devo resistere alla tentazione di documentare l'evento con fotografie e appunti da lasciare ai posteri.

C'è poi quel vestito rovinato e logoro che a loro piace tanto... L'avevo anche io. Nel mio caso era una specie di scamiciato fatto a maglia da mia nonna, a righe rosa, verdi, azzurre e gialle in tinta pastello. Lo mettevo tutti i giorni (o almeno io lo avrei messo tutti i giorni) per tutti e 3 gli anni della materna. All'inizio era un vestito da principessa che arrivava fino ai piedi, dopo 3 anni di onorato servizio e diversi rammendi arrivava a mala pena a coprirmi il sedere. Ma per me era il vestito più bello. E quando Gaia arriva con un paio di calze arancioni e un vestito a quadretti rossi e rosa che io non metterei neanche sotto tortura, io penso a quel vestito a quanto era importante per me, e lascio che faccia da sola.

Lascio le lotte per i vestiti a quando sarà più grande, per adesso non me ne preoccupo. Anzi chiedo se non dovremmo imparare noi dai bambini: la spontaneità è una cosa che si perde troppo presto...


Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.