Sesta malattia, le preoccupazioni delle future mamme

Martedì 16 Dicembre 2014

Le malattie esantematiche si diffondono soprattutto in alcuni periodi dell'anno e sono i bambini ad esserne maggiormente colpiti. Anche allo scopo di consentire ai piccoli di crearsi una vera e propria “barriera” costituita dagli anticorpi, si cerca di farli entrare in contatto con i coetanei già in età pre scolare. Tuttavia, alcuni di essi possono essere in grado di “schivare” i virus e non si ammalano di alcune malattie.

Ecco perché a volte in età adulta si possono presentare disturbi tipici dei più piccoli, in alcuni casi con conseguenze e problematiche più gravi rispetto a quanto accade per i bambini.

Questo può essere il caso della Sesta Malattia, una patologia che viene causata, nella maggior parte dei casi, da un tipo di herpes, il virus HHV6B, anche se a volte si determina la sua insorgenza entrando in contatto con l'herpes Virus 7. Come detto, questa malattia si presenta nei bambini tra i sei mesi e i due anni di età ed è davvero raro vederla ripresentarsi in età adulta qualora si sia già avuta.

Ma nel caso in cui non si sia sviluppato il disturbo da piccoli e ci si trovi in gravidanza? Cosa può accadere, magari in una seconda gravidanza con un primogenito malato, venendo in contatto con il virus? Come prima cosa sarà necessario ridurre l'esposizione all'agente patogeno, che avviene generalmente per via rinofaringea, quindi attraverso gli starnuti, la tosse e lo scambio di fluidi. L'infettività maggiore si ha nella fase dell'esantema, che appare al calare della febbre e dura circa due giorni.

Se ci si trova in dolce attesa, quindi, e si ha vicino un bambino con questa malattia sarà preferibile demandare le cure del primogenito all'altro genitore fino alla scomparsa dei sintomi oppure richiedere l'assistenza di qualcuno che possa stargli vicino il più possibile riducendo i compiti della futura mamma per qualche giorno.

E nel caso in cui si contragga il virus? Le mamme potranno tirare un sospiro di sollievo, in quanto questa malattia davvero raramente provoca aborto spontaneo e malformazioni del feto. Ovviamente ci si dovrà rivolgere al medico ed informarlo della presenza del problema. Dovrà essere evitata l'automedicazione, che può provocare più danni dello stesso virus, e ci si dovrà affidare al dottore, il quale, generalmente, predisporrà dosi specifiche dedicate allo stato di gravidanza, di paracetamolo o di ibuprofene, per ridurre la febbre e gli altri sintomi.

Il virus si può passare anche al bambino che nascerà ma ciò non gli provocherà particolari problemi, anche se la presenza della malattia dovrà sempre essere segnalata sia al proprio ginecologo sia al momento del parto per effettuare controlli specifici ed escludere ogni preoccupazione ulteriore per la mamma ed il bambino. 

Andrea Folgore, diplomato in naturopatia con grande passione per la tecnologia. Convinto che la miglior prevenzione sia la conoscenza, si affida alla rete per diffondere le sue conoscenze acquisite in anni di esperienza.