Adottare un gatto abbandonato: gli accorgimenti

Mercoledì 15 Aprile 2015

Sempre parlando di gatti abbandonati, argomento che è stato toccato in parte nell’articolo in cui abbiamo parlato dell’associazione “la grande cuccia”, affrontiamo oggi degli argomenti molto delicati: la sterilizzazione e il comportamento da tenere quando si porta a casa un gatto abbandonato.

La sterilizzazione felina e' molto importante sia per i maschi, sia per le femmine. Prima di tutto perchè abbatte il rischio che si formino tumori a carico di ovaie, utero e mammelle. In seconda battuta perchè nei maschi evita il fastidioso rituale di marcatura del territorio che in appartamento non è proprio il top. E' molto importante anche per quei mici che hanno possibilità di uscire di casa perchè con la sterilizzazione si evita che si allontanino troppo per cercare un/a compagno/a e facciano brutti incontri o vengano investiti ma anche perchè ciò porta meno ferite dovute alle liti per l'accoppiamento ed evita anche lo scambio di malattie quali fiv e felv (AIDS e Leucemia feline) il cui contagio avviene tramite scambio di liquidi corporei (accoppiamento o sangue in seguito a morsi e graffi).

Se si trova un gatto abbandonato e lo stesso si lascia prendere direi che è di basilare importanza prenderlo e metterlo al sicuro. In prima battuta si può chiedere al veterinario se può controllare la presenza di microchip. In sua assenza si può chiedere in zona se qualcuno ha perso un micio e si può segnalare il suo ritrovamento a veterinari e negozi di articoli per animali di zona.

Importante anche il passaparola in rete e la segnalazione presso l'ufficio diritti animali della zona del ritrovamento. In parallelo, se non risulta appartanere a nessuno, se si è nella possibilità di ospitarlo fino a che non trova una nuova famiglia lo si può portare dal veterinario per le cure di base. Vermifugo, antipulci, sterilizzazione, test fiv e felv nonchè vaccinazione. Il suggerimento è quello di tenerlo separato dai mici già presenti in casa fino a che non si è certi del suo stato di salute. Si può anche chiedere aiuto alle associazioni di zona ma è bene considerare che purtroppo sono quasi sempre tutte stra-piene, sopratutto nei mesi estivi, e se si può ospitarlo in casa propria e chiedere aiuto a loro nel seguirne l'affido e' sicuramente un buon modo di collaborare.

Qualora il micio non fosse collaborativo nel farsi prendere si può chiedere l'aiuto dei volontari attivi in zona e che sono attrezzati con opportune gabbie di cattura.

Quando si trova un micio abbandonato e lo si porta a casa importante è metterlo in una stanza dove possa sentirsi al sicuro. Va benissimo una stanza piccola e con pochi nascondigli. Se si hanno altri animali in casa è molto importante questo passaggio per evitare possibili contagi (pulci, vermi, micosi, felv, ecc) ma anche per abituare gli uni agli altri in primis attraverso la percezione dei rispettivi odori.

In seconda battuta è bene portare il nuovo arrivato da un veterinario per la verifica di un eventuale microchip e per capire se ci sono segnalazioni di eventuali proprietari che lo hanno perso. In contemporanea sarà possibile fargli fare una visita accurata ed accertarsi del suo stato di salute e nel contempo capire di cosa può avere bisogno in termini di cure e alimentazione.

Posto che stia bene e che in casa è l'unico animale dopo un paio di giorni di assestamento in una stanzetta, lo si può lasciare libero di esplorare casa pur con tutti i suoi punti di riferimento ancora nella stanzetta.

Se invece non è l'unico ospite di casa è bene procedere per gradi nel suo inserimento. Si inizia con lo scambiare cucce o stracci con il loro odore... al nuovo arrivato verranno dati quelli dei residenti ed a loro verranno dati quelli del nuovo arrivato... il tutto per qualche giorno. Poi si potrà aprire la stanza del nuovo arrivato lasciandone uno spiraglio di modo che lui e i residenti possano vedersi e annusarsi ma non farsi del male....e quando saranno tranquilli li si potrà lasciare liberi di conoscersi.

Mi chiamo Alessia Franguelli, nasco come volontaria di canile nel 1999. Resto come volontaria alla Lega del Cane di Segrate per 10 anni e sempre nel 1999 inizio ad aiutare la gattara storica di Vimodrone (paese dove abito). In questi 10 anni mi occupo anche di felini, che a mio giudizio sono le creature meno comprese....c'e' sempre la credenza che "tanto il gatto se la cava"....ma in realta' non e' cosi'.

Sempre nel 1999 inizio gli studi di Veterinaria (non ancora ultimati per via del mio impegno e dei vari lavori che faccio per mantenere me e le creature di cui mi occupo!).

Nel 2007 fondo ufficialmente l'associazione La Grande Cuccia per cercare di dare forma a tutto quello che ho sempre fatto e che continuo a fare per gatti e piccoli animali. E nonostante mille ostacoli continuo a fare tutto cio' che e' in mio potere fare per le creature che io ritengo più bistrattate e meno comprese: felini (sopratutto se sono caratteriali, anziani oppure fiv o felv positivi) e piccoli animali, creature che in realtà sono molto impegnative e delicate ma pochi lo comprendono (anche su di loro avrei una miriade di cose da dire!!!!)

Alessia e' questa.... un vulcano che non riesce a stare fermo di fronte ad una creatura in difficoltà... spesso mi scontro con grandissimi ostacoli... ma combatto fino a che la creatura in questione non è al sicuro :)