Lego... un po' ti amo... un po' ti detesto!

Martedì 03 Novembre 2015

Quando abbiamo cambiato casa mi sono illusa, per una decina di minuti mentre trasportavamo gli scatoloni da un appartamento all'altro, che questa volta sarebbe stato diverso: basta giocattoli ovunque, basta caos primordiale, basta macchinine che ci fanno gli agguati notturni mentre andiamo in bagno! Finalmente ordine.

Tempo che i bambini trovassero le loro cose e siamo di nuovo ripiombati nel marasma delle cose ovunque.

Il peggiore? Il Lego.

Intendiamoci, il Lego è un gioco bellissimo, stimola la creatività, permette di essere e costruire quello che si vuole, non faceva distinzioni di genere in un'epoca in cui neanche si sapeva cosa fossero, le distinzioni di genere; immagino che sia per questo motivo che è sopravvissuto per decenni nonostante sia nell'istinto di ogni madre prendere quei piccoli pezzettini di plastica e gettarli nel più vicino bidone. O dar loro fuoco con il lanciafiamme, così si evita la fatica della raccolta.

I vari componenti del lego hanno la capacità di infilarsi ovunque, per poi uscire dai loro nascondigli nei momenti peggiori tipo

  • Quando cammini a piedi nudi per la casa
  • Duramente la notte, per giocare con il gatto domestico e sparire nel momento esatto in cui si accende la luce.
  • A distanza di giorni da quel momento in cui, nostro figlio, piangeva disperato perché mancava quell'unico,indispensabile pezzo per completare il camion del pompieri.

Sinceramente ho tentato di dare un senso a tutti quei pezzettini, cercando di riordinarli dividendo, come si trova consigliato su internet, i personaggi dai mattoncini; i mattoncini rossi da quelli gialli eccetera. E' durato 2 giorni (in cui eravamo fuori casa) prima che i bambini prendessero tutti i pezzi e decidessero di nuotarci dentro modello "Paperon de Paperoni nel deposito".

E visto che riordinare il Lego è un lavoro che richiede più impegno dell'inventario di fine anno di una fabbrica di chiodini e viti ho mestamente abbandonato l'impresa e mi sono dedicata ad altro. Affogare i dispiaceri nella Nutella per esempio.





Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.