Gratificante, travolgente, impegnativo, vitale, complice, sfibrante, logorante, faticoso, a tratti esasperante. Un rapporto madre-figlia è tutto questo.
Il giorno in cui mi hanno detto che sarei diventata madre di una bambina, mi sono immaginata comprensiva e complice, ripromettendomi di non perdere di vista il ruolo di gravità permanente che avrei rappresentato per lei.
Poi è arrivato ciò che il sogno ad occhi aperti non aveva contemplato: i capricci, il disordine, le piccole sfide, abbinamenti di vestiti improponibili, i suoi gruppi di whatsapp sul mio telefono (perennemente scarico), e all’improvviso anche una risposta impertinente e un sorriso malizioso. A poco a poco viene fuori la piccola donna che è mia figlia: autonoma, indipendente, un po’ testarda, spesso spavalda.
Ed ecco che mi ritrovo allo sbaraglio, alla ricerca di ricette e libretti di istruzioni che non troverò, neanche nei saggi della psicologa che sull’argomento ha scritto abbondantemente. Sembra ieri che ero io quella pronta a sfidare le regole e i divieti dei miei, giurando a me stessa che da madre sarei stata diversa.
Eppure, oggi come non mai, mi riscopro nei pensieri e nelle parole più simile di quanto credessi a mia madre: ho i suoi limiti probabilmente, ma anche le sue infinite energie. Eppure quello che ho con la mia bambina è un unicum, che lascia poco spazio a soluzioni e risposte già sperimentate.
L’avventura nel multiforme mondo della maternità dischiude infinite possibilità di relazione tra madre e figlia: un legame simbiotico, pieno di contraddizioni e sfide, che rimane comunque indissolubile e incondizionato, pietra miliare della nostra personalità.
Ecco dei titoli di narrativa particolarmente geniali nel metterne in luce alcuni aspetti. Nessuno di questi può rappresentare in toto una relazione così complessa, ma spesso la lettura aiuta a scandagliare l’anima, si fa faro nelle zone di buio. Il resto lo faremo noi, chiudendo il libro e iniziando a vivere, sentendoci cresciute, e un po’ più pronte a guardarci dentro in questo nuovo amore.
Ho scelto solo cinque romanzi, ben consapevole che la letteratura è piena di titoli che trattano questo argomento, che ne analizzano le conflittualità e l’eredità inevitabile che riceviamo e che doniamo nella maternità. Li ho scelti pensando a quelli che ho più amato, ma anche spaziando tra scritture più o meno impegnative, anche se nessuna rappresenterà quello che c’è tra me e la mia (per ora) bambina, rimanendo certa del fatto che in ognuno di questi potrò riconoscermi e imparare qualcos’altro di noi.
Mi chiamo Gabriella D'Ippolito. Bibliotecaria per passione e per professione. Sono mamma di tre bambini.
Nel tempo libero faccio la moglie, la manager per gli eventi mondani dei miei figli e la lettrice compulsiva. Vivo con la consapevolezza che, nonostante tutto, questi sono i miei anni migliori.