Prove Invalsi: per fortuna sono passate...

Venerdì 06 Maggio 2016

Ok, ieri i miei figli sono tornati a casa sani e salvi dalle prove Invalsi. Le fatidiche, spaventose, prove Invalsi. Avevano fatto allenamento per settimane e ne sono usciti vincitori, sia in seconda elementare che in quinta. Ma perché? Era una guerra?

A sentire certe mamme sì. Figli distrutti, spaventati, ansiosi (i figli eh, mica le madri…). Notti insonni, compiti aggiuntivi. E non scendiamo nel dettaglio della questione compiti che per alcune sono sempre troppi, sono addirittura scandalizzate (giuro!) dalla quantità di compiti che rompe le uova nel paniere del weekend.

Cosa sono le prove Invalsi

Si tratta sostanzialmente di “test standardizzati nazionali per la rilevazione degli apprendimenti, che vengono somministrati nelle seconde e quinte elementari, prime e terze medie e in tutte le seconde superiori, sono test preparati dall’Invalsi e servono, nelle intenzioni del Ministero dell’Istruzione, a valutare il livello di preparazione degli alunni italiani, in Italiano e Matematica.”

Ci sono polemiche, proteste, scioperi. Non sono test attendibili sul rendimento dello studente e non so neppure se siano in grado di valutare il lavoro degli insegnanti. Insomma, come tutte le cose fatte all’italiana, forse si potrebbe fare meglio. Ma io voglio concentrarmi su questi due giorni, su come li hanno vissuti i bambini, e come ne sono usciti i genitori. Almeno quelli che conosco io.

I bambini sono sopravvissuti. I genitori?

prove invalsi scuola

Penso alle elementari, penso alla seconda elementare. Queste sono le prime verifiche con cui si trovano a misurarsi i pargoli. Noi quest’anno di voti ne abbiamo visti pochi, poveri, sono ancora piccoli, la classe è disomogenea, il voto sarebbe una discriminante che a questo punto non farebbe bene a nessuno. Ok.

Ma i test Invalsi li abbiamo fatti, si sono preparati per qualche settimana (molti mesi a sentir parlare alcune mamme estenuate) e poi via, due giorni, due prove. Ai bambini, io credo, non sono pesate. Ad alcuni, forse i più sensibili, hanno messo un pelo d’ansia, però in fondo ci sta.

Perché no? Alla fine ti devi misurare con il lavoro che hai fatto nel corso dell’anno, anche a 7 anni, che tanto poi la pagella arriva lo stesso.

I genitori invece hanno sofferto di più, eh sì. Quest’ansia da prestazione ha preso molte mamme e qualche papà (notoriamente più…scialli in queste cose). Questo immedesimarsi nell’angoscia prima di un esame o di una verifica è stato proiettato sul pupo, che in realtà attraversava beatamente campi fioriti, senza troppi pensieri.

Ma perché ci preoccupiamo così tanto? I bambini hanno bisogno di misurarsi con ciò che hanno imparato, con il lavoro fatto nei mesi di scuola. Devono poter vedere che ciò che hanno fatto è un lavoro fatto bene, oppure no. Senza ansia, senza pressioni. E forse lì sta il punto, non metterliene di ansia.

In Alto Adige pare si voglia dare l’addio ai voti. Con la nuova riforma ogni scuola potrà decidere se mantenere il metodo di valutazione attuale, passare dai voti ai giudizi o non dare nessuna valutazione, sospendendola fino a fine biennio o fine triennio.

Ma è giusto? È salutare sospendere ogni giudizio del lavoro svolto (che poi probabilmente una valutazione ci sarà m anon si sa bene quale)? Vogliamo preservarli tanto dalle frustrazioni fino a renderli incapaci di reggere lo stress di una verifica? Ecco no, secondo me. Ma io, come dicono i miei figli, a volte sono crudele (chiaro, scherzano, io sono una mamma amorevole e tutta cuoricini!)

E voi? Cosa ne pensate? Come avete vissuto questi giorni di prove Invalsi?


Annalisa Aloisi Annalisa Aloisi su Facebook

Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..