Se vuoi tenerti il lavoro non pretendere il congedo

Mercoledì 07 Settembre 2016

Stavo tranquillamente ansimando lungo una salita di montagna, proprio una decina di giorni fa, quando due donne davanti a me, che incredibilmente avevano fiato per chiacchierare, con due pargoli dodicenni al fianco, hanno attirato la mia attenzione.

Eh no, diceva una, se vuoi tenerti il lavoro non puoi pretendere di stare a casa nove mesi in maternità!” Ah no? Il discorso che ho sentito fare tante volte è proprio questo. Se stai a casa in maternità, anche se hai lavorato fino a due ore prima del parto, rischi il posto. In genere se sei madre rischi il posto, diciamocelo.

Se è illegale il licenziamento, il mobbing è in quell’area grigia che ti rende inevitabile smettere di lavorare o andartene altrove. A qualcuno risuona? Se poi questo discorso me lo fanno altre donne e altre madri mi disturba particolarmente.

Tutela della maternità in Italia: ahahah, bella battuta!

Una volta ho fatto un colloquio per l’ufficio prenotazioni delle visite di un ospedale della mia città. Non solo il posto era riservato ad una donna (cosa non specificata nell’annuncio, ma spiegata a voce dal direttore amministrativo della struttura), ma ad una donna senza figli. E io i figli li avevo.

Perché lei sa benissimo, diceva il direttore, che una donna con figli non può avere lo stesso rendimento di una senza impegni familiari! E a noi serve che l’impiegata sia concentrata e presente, fisicamente e mentalmente” (mi stai dando della cerebrolesa o è una mia impressione?) Ve la immaginate la mia faccia?

Che poi non sono mica tutti così, eh! Ci sono anche quelli che se hai figli ti assumono volentieri. Rischiano meno che tu ne faccia altri. Più ne hai già fatti, meglio è. Quindi se per disgrazia non ne avessi ancora e stessi cercando lavoro… fatti due conti.

Allora, legalmente la tutela della maternità ci sarebbe anche. Certo i margini di miglioramento sono ampi se ci mettiamo a guardare ai paesi del nordeuropa, e pure scoraggianti, però dai, ci sono situazioni peggiori.

Il problema sono le zone grigie e i comportamenti ai limiti della legalità, quando non palesemente illegali, in molte aziende (e enti pubblici). Comportamenti contro i quali sei assolutamente disarmata, soprattutto in periodi di crisi.

Vuoi il lavoro? Firma questa lettera di licenziamento in bianco (si fa ancora, giuro!). Ti senti maltrattata? Pensi che ti abbia tolto le tue mansioni? No, abbiamo ridimensionato l’azienda in tua assenza, i ruoli sono cambiati.

Migliaia di casi simili avvengono ogni giorno, in migliaia di aziende e raramente qualcuna ha la forza, la voglia e il coraggio di alzare la testa e dire NO! Perché si troverebbe da sola, perché ci vogliono troppi anni e troppi soldi per spuntarla, perché ti fanno terra bruciata intorno, se ti azzardi a citare in giudizio l’azienda, chi ti assume più?

E perché succede?

Perché queste zone grigie sono così ampiamente frequentate? Perché per decenni ce ne siamo approfittati del sistema. Per decenni e tuttora molte donne decidono, con medici compiacenti, per la maternità a rischio anche quando non c’è bisogno, molte donne stano a casa per 9 mesi e poi aggiungono le ferie e gli orari dell’allattamento senza tenere in alcuna considerazione le necessità aziendali, quando hanno la possibilità di essere presenti. Manca l’etica del lavoro in tutte coloro che se ne approfittano.

Questa è una giustificazione sufficiente? Ovviamente no.

Lavorare con dei neonati si può, come dice una mia amica, le libere professioniste lo fanno ogni giorno. Certo se hai degli appoggi, nonni disponibili o possibilità economiche per un nido o la baby sitter, è decisamente più facile. Ma perché deve essere l’unica strada per mantenere il proprio posto di lavoro?

Ma ricordiamoci un paio di cose...

mamme che lavorano

  • Siamo noi che offriamo il nostro lavoro e le nostre competenze ad un'azienda, non è l'azienda che ci fa il favore di assumerci. Il datore di lavoro non è più quello di Fantozzi! Già ribaltare la prospettiva riesce a farti guardare le cose in modo diverso. no, non le risolve.
  • Le donne lavorano di più e meglio. Non lo dico io, lo dicono le ricerche. sì ok, ci sono ricerche che dicono il contrario. Però pensaci: per la conformazione del cervello una donna è multitasking, è neurobiologia. Una mamma aumenta questa capacità con l'allenamento quotidiano. Possiamo fare dire pensare più cose contemporaneamente. Una capacità da tenere in considerazione sul lavoro, dovrebbe entrare a far parte del curriculum. Mai sottovalutare l'efficienza di una mamma!
  • La legge ti permette di stare a casa con tuo figlio fino al nono mese e ti tutela.Tu hai dei diritti e vanno rispettati. Informati, non temere il tuo datore di lavoro, non lasciare che i tuoi colleghi facciano con te il bello e il cattivo tempo. non subire passivamente ma parla francamente con i tuoi colleghi e con il tuo superiore, quando questo è possibile. Se credi che i tuoi diritti siano violati e non ci siano margini di discussione recati da un sindacato e senti cosa ti consigliano di fare.
  • Se hai la possibilità e la voglia di tornare al lavoro prima del tempo, fallo. Tuo figlio crescerà sano e felice ugualmente. Qualche mamma ti criticherà, così come ti criticherebbero se tu ti facessi tutti i mesi a tua disposizione, non c'è scampo. Molte donne lavorano a casa crescendo i propri figli, li portano con sè in ufficio, altre li affidano a nonni e baby sitter nelle ore che devono passare fuori casa, lavorano, si realizzano, sono felici e trasmettono questa gioia ai piccoli.

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Annalisa Aloisi

Sono Annalisa Aloisi, ho 38 anni, un marito, 2 bambini di 11 e 8 anni e due gattoni. Sono appassionata di libri, montagna, medicina e guarigione naturale e sono Master Reiki.

Alla perenne ricerca della mia strada, in continua revisione di me stessa, sogno di poter un giorno lavorare con le mie passioni..