Svezzamento: i consigli di Baby Bazar!

Martedì 04 Dicembre 2012

svezzamentoQuando ci avviciniamo ai sei mesi e fissiamo la visita per il bilancio di salute dal pediatra, secondo l’uso e le abitudini diffuse inizieremo anche a sentir parlare di svezzamento. Questo non significa svezzare dal seno materno e quindi smettere di allattare, ma semplicemente introdurre altri alimenti che non siano il latte.

La maggior parte dei pediatri propone ai genitori uno schema da seguire per l’introduzione dei cibi semisolidi e solidi, con informazioni di vario tipo (reperibili facilmente in qualsiasi libro di puericoltura o anche in rete) che offre un vero e proprio programma da seguire, preciso e dettagliato.

Da alcuni anni ormai si è consolidata la tradizione di iniziare con piccole quantità di frutta cruda grattugiata o cotta, passata o schiacciata, senza che questa sostituisca un pasto di latte. Attorno ai sei mesi viene proposta la prima pappa, che si prepara con brodo vegetale, un filo d’olio di oliva, verdure passate, carne liofilizzata, crema di riso, parmigiano.

Fortunatamente però, una sempre maggiore consapevolezza e anche una crescente attenzione da parte di alcuni pediatri, sta portando molte novità nello svezzamento tradizionale. Questo si traduce in una attenzione diversa nei confronti del bambino e in un approccio nuovo, meno rigido, allo svezzamento.

Ad esempio si asseconda molto di più l’esigenza del bambino e si concedono – per così dire – delle personalizzazioni. A ben pensare, dei consigli alimentari troppo schematici a cui rifarsi per svezzare un bambino sono piuttosto controproducenti e poco sensati, se pensiamo che l’OMS - cioè l’Organizzazione Mondiale della Sanità – consiglia vivamente l’allattamento materno, anche prolungato, e a richiesta. Che senso avrebbe, dopo aver allattato a richiesta un bambino per sei mesi e più proporgli dei pasti semisolidi in modo rigido e schematico? Ha molto più senso dedicare ancora un po’ di attenzione al piccolo, proporre gli alimenti in modo graduale, facendoglieli assaggiare anche singolarmente, dopo aver osservato le sue vere esigenze: desidera mangiare? Sa stare seduto? Ha il riflesso di masticazione? Se non rispondiamo si a queste tre domande è infatti opportuno aspettare.

svezzamento

Alcuni medici propongono oggi, e sempre più frequentemente, di posticipare lo svezzamento oltre i sei mesi, semplicemente osservando lo sviluppo e la crescita del bambino, e in ogni caso rimandando l’introduzione della carne, delle proteine animali, dei latticini.

Uno dei motivi che ha portato a questa nuova attenzione allo svezzamento è il continuo aumento delle allergie ed intolleranze che ci hanno messo in guardia rispetto ad uno svezzamento a volte troppo precoce e persino industrializzato: liofilizzati, omogeneizzati, prodotti confezionati e subito pronti, nella dieta del bambino, finiscono per allontanarlo dall’aspetto di aderenza alla natura, vissuto fin dalla nascita e con l’allattamento.

In generale, per la buona riuscita dello svezzamento si trovano dei libri interessanti, che sono lontani dalle logiche del commercio, che puntano al benessere del bambino e all’equilibrio dei nutrienti. Uno in particolare, Svezzamento secondo natura (Ed. Aam Terranuova) è scritto da una nota nutrizionista, Michela Trevisan, esperta di alimentazione naturale, allergie ed intolleranze e propone un modo alternativo, ma al tempo stesso vario ed equilibrato per aiutare il bambino ad avvicinarsi in modo del tutto naturale ai cibi diversi dal latte.



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