Padri di ieri... padri di oggi...

Domenica 03 Febbraio 2013

E ti ritrovi padre: di questo mi piacerebbe parlarvi. Vorrei parlarvi della grande sfida di essere padre, della difficoltà inarrivabile e della gioia indescrivibile del compito!!!! Di come era questo ruolo nel passato, di come è oggi e di come sarà. Della sequenza infinita di errori che facciamo, degli sbagli, delle incertezze, dei dubbi, delle paure infinite che il gioco a cui ci siamo iscritti comporta. Soprattutto della grande scoperta, frutto recente dei nostri tempi, della profonda bellezza del ruolo genitoriale, una cosa che gli uomini si sono persa per alcuni secoli, anzi millenni.....una bazzecola.. lasciavamo metà e più della porzione di torta della felicità nel piatto della vita e non ce ne eravamo mai accorti.......che furbi!!!!!

Ecco, vorrei parlare di padri nel corso della vita, di quotidianità e di universale, di pannolini e di Piaget, di politica mondiale e di dettagli di una copertina di lana.....tutto collegato dal fil rouge dell'essere padri fallaci, insicuri, sbilanciati, disarcionati dal ruolo, perplessi, sospesi tra la coda di Ronzinante e le prese in giro di Sancho Panza.. ma padri veri, reali, appassionati...

Padri perennemente sull'orlo di una crisi di gioia!!! Questa è fondamentalmente, quindi, una rubrica per padri “sbagliati”, padri che non ne azzeccano una, che di verità in tasca non ne hanno neanche l’ombra: padri di oggi, del terzo millennio, degli spiccioli del terzo millennio che si sta accomodando nella storia.

Padri che navigano a vista, senza passato, privi di un bel back-ground su cui sedersi, obbligati a inventarsi tutto, da zero.

Padri che non hanno accettato in dote niente dai propri padri, perché tutto quello che hanno ricevuto l’hanno criticato, contestato, sminuzzato, analizzato e alla fine rifiutato in toto.

Del resto il mondo è cambiato radicalmente da un po’ di tempo a questa parte e con esso sono cambiati il ruolo e la figura del padre, credo l’abbiate saputo.

C’era una volta un mondo in cui tutto per noi uomini era più facile (e ti pareva!), in cui esistevano i ruoli, la mamma stava a casa e cresceva i figli, li educava, faceva da asilo nido, da maestra pomeridiana, da mensa scolastica, da “nonna cui lasciare i bambini”, infornava le costate e faceva lavatrici a tutto spiano! Per l’uomo esisteva un dorato destino in cui si lavorava per alcune ore al giorno dopo le quali “si era stanchi” e basta, nessun altro impegno, stanchi e quindi televisione, riposo, pantofole, ignoranza totale riguardo a Pasta Fissan, svezzamenti, sesta malattia, riunioni scolastiche, dentizioni, lessatura di spinaci, fisiopatologia dell’apparato genitale femminile (e tutto sommato, anche di quello maschile!), spolveratura della faccia superiore degli armadi, cottura del roast-beef, impiego di vari e articolati spruzzetti anti-calcare, sgrassanti, sbiancanti, lucidanti, etc. , da utilizzare sulle diverse superfici della casa, della cucina, del bagno…  Quello era il Paradiso.

Si dice che lì si potesse aspettare la cena, pare che lo abbiano fatto realmente, leggendo un quotidiano. In quel tempo pare che i padri ignorassero addirittura il verso di un pannolino, non distinguendo il davanti dal di dietro: il loro tempo extra-lavorativo era totalmente consacrato al riposo, non essendo per loro concepibile altro destino che quello, il riposo, alla fine del biblico lavoro che macchiava con il sudore, come con un sigillo di laboriosa dignità, le loro pesanti giornate. Si dice. “Papà è stanco” , “papà riposa”, “papà deve riposare”: con queste tre magiche formulette pronunciate dalla mamma sacerdotessa tacevano i cigolii dei tricicli, smettevano di rotolare le biglie, rientravano i ciucci nelle bocche di quei piagnoni striduli di Ciccio Bello!

Il padre lavorava. Bello, eh? Rotondo e lineare nello stesso tempo. Tre parole, articolo, soggetto, predicato. Senza bisogno d’altro, di aggettivi, complementi, di inutili proposizioni coordinate o subordinate, senza inutili appendici, orpelli e svolazzi, come “il padre lavorava MA…” oppure “il padre lavorava E POI….” o ancora “il padre E LA MAMMA lavoravano……” Doveri domestici? O sì, la sacralità da impersonare, la ieraticità, la parentela, come per i faraoni egizi, con la divinità, il ruolo di emissario di Dio in terra, il vestito su misura del PADRE da indossare: il padre era l’autorità da riconoscere, il potere a misura di famiglia….insomma, il padre era IL PADRE. Poi tutto finì.

La storia ci travolse e la modernità ci scavalcò. Per fortuna. Perché scoprimmo che potevamo baciare i bambini. Ed imbambolarci ad osservarli giocare con papere gialle di gomma e pezzi sparsi del lego…… E cominciammo a pensare che quello che avevamo perso era molto, ma molto meno, di quello che stavamo guadagnando.

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Andrea Piras

Sono padre per scelta e soprattutto per passione, uomo inguaribilmente incantato dai bambini, dal loro mondo e dalle loro fantastiche faccende.

Nel magazine parlo di padri, figli e sogni. Parlo della genitorialità, maschile e femminile. Di vita, sentimenti, pensieri, riflessioni e quotidianità dell'essere genitori. E poi di sogni..