Ti va di ballare?

Martedì 22 Gennaio 2013

Qualche sera fa mi è capitato di incrociare lo sguardo del bell'Antonio che, con aria sorniona ed ammaliante, m'invita con un gesto della mano ad unirsi a lui al ritmo di un sensuale tango...

No, non é il preambolo di un sogno ad occhi aperti ma una scena di "Ti va di ballare?" film interpretato proprio dal bravo Banderas.

Trama: "Pierre Dulaine è un ballerino professionista. Un giorno si propone come insegnante di danza in una scuola newyorkese, per ragazzi che hanno avuto qualche problema con la giustizia. Gli studenti sono inizialmente molto scettici nei confronti di Dulaine, specialmente quando apprendono che l’uomo intende insegnare loro a ballare; gradualmente però, vengono contagiati dall’entusiasmo e dall’impegno di Pierre e si spingono addirittura oltre ogni aspettativa, mescolando lo stile classico di Dulaine con le più moderne tendenze hip-hop, riuscendo a creare un genere molto energizzante e particolarissimo. Dulaine diventa una sorta di guida per questi ragazzi che spesso non hanno avuto grandi esempi a cui ispirarsi nella loro vita, e li incoraggia a prendere parte a una prestigiosa gara da ballo di New York, per mostrare a tutti e soprattutto a se stessi quel che hanno appreso. Dal canto loro gli studenti impartiranno a Dulaine preziose lezioni morali in cui emergono valori importanti quali l’orgoglio, il rispetto e l’onore."

Film godibile, di poche pretese ed alcune sequenze centrate sull'importanza del ballo visto come metafora della vita e strumento educativo me lo han fatto trovare veramente interessante. Ma ciò che più mi ha colpito, alla fine, è stato di scoprire che si basa su una storia vera. Sicuramente romanzata, adornata da quell'aria favolistica tipica del cinema, ma che in ogni modo mi ha spinta a fare una piccola ricerca in rete per scoprire che: " Pierre Dulaine, nato a Jaffa in Palestina nell’aprile del 1944, è un ballerino di fama mondiale, che ha messo a disposizione il suo talento artistico per aiutare i giovani (e in particolare i giovani dei quartieri più disagiati delle città degli Stati Uniti e di altre nazioni), a ritrovare la fiducia e la capacità di comunicare con gli atri attraverso il ballo.  Ancora oggi il suo metodo è largamente proposto ad un numero sempre più crescente di classi ed alunni."

A quel punto il mio pensiero è andato a due miei cari cugini che al ballo si sono avvicinati per pura curiosità qualche anno fa e che ora lo insegnano con una passione ed una grinta da invidiare. Loro descrivono la danza come un qualcosa di così forte, una sensazione intensa da farti scuotere l'animo e lasciar da esso cadere tutte quelle potenzialità inespresse che, per qualche motivo, non vogliamo far emergere vuoi per timidezza, paura, inconsapevolezza...

E mentre osservavo il bel Dulaine-Banderas intento a spiegare ad un gruppo di ostili professori misti a diffidenti genitori cosa insegni durante le sue lezioni ai ragazzi ovvero fiducia in se stessi e negli altri, rispetto per le persone e le regole ed un senso di comunità e cooperazione, non potevo che rivedere in quell'orgogliosa difesa in quel che si crede il riflesso della luce che anima lo sguardo di quei due cugini quando ballano, attorniati dagli allievi ed amici.

D'altronde il ballo è una delle forme più arcaiche ed ancestrali con le quali l'uomo comunica: con se stesso, gli altri ed il Divino che in tutto ( il tuono, il fuoco, l'acqua, le foglie, il vento ) si manifesta, attraverso la melodia della Natura.

La musica, la danza, il movimento ed il tatto son cose che non rientrano in una "normale" concezione di lezione scolastica, la tradizione impone il corpo all'immobilità per troppo tempo, rinchiuso in un'aula, intorpidendo tutto ciò che di più trascendentale ci sia in noi evitandone un suo utilizzo a nostro vantaggio, come possibilità educativa, come mezzo per conoscerci meglio e realizzare ciò che in noi dorme in attesa di un qualche risveglio.

L'educazione non si rispecchia nel riempire vasi ma nell'insegnare a costruirli, perché alla fine, possa essere lo stesso creatore a riempirli fino a farli traboccare, da qui fino all'ultimo giorno della sua esistenza. Per farlo, allora, bisogna anche saper percorrere diverse strade senza timore. Uscire dal solito e sicuro sentiero, intraprendere vie poco battute, selvagge, in salita, attraversando terre sconosciute, inesplorate ed in attesa solo di essere percorse.

Chi ha detto che per insegnare ed imparare esiste un solo un modo? Sicuro che gli "innovatori" come Dulaine troveranno sempre chi cercherà di ostacolarli perché il nuovo, si sa, fa paura ed il "collaudato" dà quella sorta di sicurezza che un genitore/educatore necessita per sapere che il processo educativo va come dovrebbe andare, programmato, controllato dove la meta corrisponde con il risultato sperato.

Ma l'educazione è fatta anche dell'imprevisto, dell'ignoto, del nuovo e se questi fanno paura è proprio perché possono aiutarci a sconfiggerla.

Provate a ballare, se non vi ho convinto. Se vi sentirete meglio, sorridenti e vivi, crogiolandovi in un istante dove niente vi pare impossibile.. allora, forse, potrei anche aver ragione.

Foto di Arianna Stella Ferraro

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Sylvia Baldessari

Sono laureata in Scienze dell'Educazione e dopo diverse esperienze lavorative ora affronto l'avventura più grande, essere mamma di un vispo bimbetto di tre anni!

Sono appassionata, curiosa, talvolta puntigliosa, ma con la consapevolezza che sorridere aiuti e che il dialogo sia la chiave per conoscere questo nostro mondo. Curo la Pagina Facebook Il Piccolo Doge dedicata all'educazione.