salvadanaioNella puntata precedente vi ho parlato della Fuga di vestitini e riuso! E’ una situazione che abbiamo vissuto più o meno tutti, chi in modo più soft, chi con modalità al limite del tragicomico, nel momento in cui ci siamo ritrovati con la casa allegramente disseminata di pannolini sporchi.

In questo post proverò, augurandomi di non apparire come un odioso grillo parlante, perché non è questo l’intento, a decostruire il pregiudizio sull’usato, depauperandolo di quell’alone di vergogna e imbarazzo che ci fa sciupare occasioni d’oro.

Ragioniamo un attimo assieme: perché si provano tante remore nell’approcciarsi a un bene di seconda mano? Si teme di passare per “purciari” (espressione tipicamente capitolina che sta a indicare soggetti dal braccino un po’ corto, poco propensi a spendere)?

Acquistare un bene usato, soprattutto se è in ottime condizioni, è un sistema intelligente per amministrare il denaro ma non solo. Viene più naturale a chi soffre in particolar modo di questa economia precaria, ma vi stupireste nell’apprendere quante siano le persone benestanti che non disdegnano affatto i mercati dell’usato. E forse riescono a mantenere un certo livello di agiatezza proprio perché hanno imparato ad essere più oculati negli acquisti. Sembra una battuta di spirito, ma non lo è affatto. Quindi non si tratta di essere “purciari”, ma accorti al portafoglio in modo costruttivo e soprattutto attenti all’ambiente. L’usato è un ottimo sistema per riciclare oggetti che hanno ancora tanto da offrire.

Soprattutto se quello che ci tiene svegli tutta la notte è il nostro primo figlio, ci sentiamo in colpa se ripieghiamo su oggetti e vestitini già usati da altri senza la scusa che “era del fratello più grande” e quindi non possiamo offrirgli il meglio, la prima scelta, la gonnellina fashion, il micro pantaloncino con gli strappi sulle ginocchia che fa tanto adorabile teppistello metropolitano nuovi di zecca?

abbigliamento neonato

Il meglio o la prima scelta sono concetti opinabili, soprattutto sono del tutto sconosciuti ai bambini, in particolar modo se questi sono ancora molto piccoli. Quante volte abbiamo scoperto i nostri figli decisamente più interessati all’involucro di un costosissimo giocattolo piuttosto che a quest’ultimo? Quanti bambini conoscete sconvolti dal fatto che la loro maglietta preferita sia un’eredità della cuginetta o del fratello maggiore?

Usato non è necessariamente sinonimo di vecchio o fuori moda, per chi fosse particolarmente interessato anche all’aspetto fashion di un baby capo di abbigliamento. I vestitini usati possono, in realtà, essere attualissimi perché i bimbi che li hanno indossati hanno magari due/tre mesi più dei vostri. Se vi è capitato di singhiozzare come vitelli alla vista del costosissimo golfino di cachemire che si disintegra sotto l’effetto di un getto di rigurgitino allora pensate a un’ultima cosa: un abitino nuovo di zecca può improvvisamente diventare inservibile, mentre uno usato che sia stato così scaltro da non finire sotto il fuoco nemico di rigurgitini santi e/o analoghe piacevolezze bambinesche è in tutto e per tutto nuovo.

Sarebbe un autentico peccato non approfittarne!

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Luana Troncanetti

Scrittrice per caso, schiava devota dell'ironia, demente informatica, logorroica incallita e mamma strafelice di Alessandro. Sono perennemente allegra, anche quando vorrei impiccarmi con la cinghia dell'accappatoio.

Nei miei articoli sproloquierò a caso fin quando non mi cacceranno dalla redazione. Al momento, potete leggere i miei post sul blog La staccata e su Genitori Crescono.



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