Disordine... uno stato mentale più che fisico

Lunedì 20 Maggio 2013

Entro in casa dopo aver accompagnato i figli alla materna e non mi capacito: è passata la Banda Bassotti cavalcando una mandria di elefanti collerici? Un intero villaggio di sfollati ha soggiornato nel mio salotto durante la mia mancanza? E' passato un uragano di cui i social non mi avevano avvertito? No. E' solo un normale banalissimo lunedì mattina. E casa mia è esattamente come deve essere: caotica, disordinata, piena di chiazze sul pavimento di dubbia origine (ok l'origine la posso immaginare: un piccolo ometto biondo dagli occhi da cerbiatto e le ciglia sfacciatamente lunghe) e satura di cose inutili che "non si sa mai che un giorno".

Poi vado a casa di mia mamma. Mia mamma è una di quelle "scusa il disordine, non sono arrivata a mettere a posto" quando il "disordine" è rappresentato dal gatto che si ostina a dormire scompostamente sul divano invece che di mettersi in una posizione che risulti armonica con il resto dell'arredamento. Di fronte al gatto fermaporta ad esempio. E da quello che ricordo è così da tempo immemore. Quando vivevo con i miei il letto era sempre perfettamente rifatto, i pavimenti erano sempre puliti, il fornello immacolato. La polvere ha paura di posarsi sulle superfici della dimora materna: sa che l'aspetta una morte immediata.

Quando qualcuno viene a casa mia non dico "scusa il disordine" ma chiedo "Scusa sei allergico al pelo di gatto, agli acari, alle muffe, o altro?" se la risposta è affermativa mi invento un impegno, o una malattia dei figli che funziona sempre e rimando la visita a immaginari tempi futuri.

Mi capita di passare un'intera mattinata a spostare cose, riordinare e buttare, un lavoro che, per quanto mi riguarda è più mentale che fisico: odio riordinare. E alla fine di tanto lavoro il risultato è che non si vede assolutamente la differenza da prima.

E' più forte di me. Sapete di cosa parlo vero? E a nulla serve dare la colpa al lavoro, ai figli, alle bollette da pagare in posta, a Facebook che ci distrae, alle amiche che ci invitano per un caffè, o a quelle che si autoinvitano (quelle che hanno un sistema imunitario particolarmente forte), o quel libro che "manca proprio una manciata di pagine, quasi quasi lo finisco", la realtà è che se anche fossimo rinchiuse in casa senza possibilità di interagire con il mondo esterno, niente da leggere (neanche i bugiardini delle medicine che, in mancanza di altro, sono anche interessanti, se non altro per alimentare la nostra ipocondria) e le finestre oscurate, troveremmo ugualmente qualcosa da fare di più interessante che le pulizie domestiche: osservare la colonia di formiche che si sta installando sotto il mobile del soggiorno ad esempio.

Una volta tanto cerchiamo di essere oneste con noi stesse: non è che il disordine ci infastidisce, proprio non lo notiamo, e forse forse questo è il risultato di millenni di evoluzione; la nostra visione periferica si concentra su cose più interessanti piuttosto che su quella macchinina che, ormai da 3 settimane, sonnecchia indisturbata al centro del corridoio. Insomma dai ammettiamolo: disordinate croniche abbiamo ragione noi!

(Quello della foto è il disordine di casa mia. Puro e certificato.)

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.