Fratelli! Ciù figl is mel che uan?

Domenica 23 Giugno 2013

Stavamo posticipando la cosa già da quanche mese con la scusa del "Ma sarà troppo presto?" era ora di smetterla di raccontarci storie e deciderci a "produrre" un fratellino per Gaia.

Il momento era quello giusto, avevamo appena riscoperto il piacere di dormire, cosa che ci rendeva euforici, ma eravamo anche consapevoli che dovevamo sbrigarci: una volta che il piacere di una notte intera di sonno fosse diventata una consolidata routine a cui non saremo stati in grado di rinunciare  sarebbe stato folle pensare di cercare un  fratellino per la nostra Tiranna.

Due bambini con pochi anni di differenza. C'erano un sacco di motivi per cui era la scelta giusta, e intanto che, con il calendario alla mano facevo il conto delle mie "giornate fertili" li elencavo mentalmente aggiungendo sempre qualcosa di nuovo:

  • Un figlio unico cresce viziato;
  • Due bambini si possono fare un sacco di compagnia;
  • Gaia avrà sempre qualcuno della sua famiglia su cui contare e la stessa cosa sarà per il fratellino che ancora deve essere concepito;
  • Giocheranno tantissimo insieme;
  • Impareranno a rapportarsi con un altro bambino della loro età;
  • Giocheranno insieme e saranno bellissimi.

Ok. Da una analisi delle voci in elenco potrebbe saltare all'occhio di un lettore attento, l'importanza che rivestiva per me il "si faranno compagnia". Nella mia visione romantica due fratellini rappresentavano un'unica entità di gioia. Il nuovo venuto sarebbe stato si il completamento della nostra famiglia, a soprattutto il completamento di nostra figlia.

In parole povere i nostri figli erano "programmati per giocare insieme e intrattenersi a vicenda". E se la cosa vi sembra immorale provate a convivere per quanche ora con una Tiranna annoiata in cerca di compagnia.

La lista dei "pro" era talmente lunga (vorrei dire ricca... ma forse era un pelo monotematica) che la lista dei "contro" impallidiva al suo confronto.

Cos'era mai la mancanza di soldi, spazio e pazienza, in contronto alla felicità perpetua a cui ci accingevamo ad andare incontro?

Poi, d'improvviso, il test positovo.

Si dovevo aspettarmelo lo so, ma è stato uno shock lo stesso. Ero incinta e presto (si fa per dire, nove mesi son sempre nove mesi, chiedetelo a uno studente qualsiasi) la nostra famiglia avrebbe potuto vantare un componente in  più.

D'improvviso la lista dei contro mi pareva luinghissima, e due importantissime voci, non facevano altro che sgomitare e urlare per catturare la mia attenzione:

  • Mia figlia non avrebbe mai accettato il fratellino. Sarebbe stata triste e depressa, oberata dal peso dell'enorme responsabilità di cui l'avevamo costretta noi genitori: essere una sorella maggiore.
    Sarebbe stata per sempre infelice, e "io" (i sensi di colpa funzionano meglio se non condivisi) le stavo rovinando la vita.
  • Il mio secondo figlio/la mia seconda figlia, non avrebbe mai potuto competere con l'amatissima sorella, nel cuore nostro in primis, e in quello di tutta la nostra famiglia poi.
    Insomma stavamo generando un "eterno secondo" triste e sconsolato, costretto a una vita di sofferenza e privazioni. Il nostro secondo figlio era poco più di un ovulo fecondato e "io" (vale la stessa regola di prima) gli stavo già rovinando la vita.

Come potevo amare lui come già amavo Gaia era una cosa che non mi riuscivo a spiegare. "E' impossibile!" mi ripetevo convinta. Finchè non sono arrivate le prime contrazioni.

Ho visto Samuel e ho saputo che si, lo potevo amare come amavo la sorellina.

Ho scoperto che nel cuore di una mamma c'è spazio per tutti.

E che la vita di Gaia non è peggiorata con l'arrivo del suo piccolo fratellino anzi. Si amano, e vederli insieme rimarrà sempre la cosa che amo di più al mondo.

commenta magazine

Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.