Libertà ai figli: qual è la giusta misura?

Lunedì 19 Agosto 2013

Vacanza, parco giochi, mi siedo su una panchina vicino a mia mamma (meglio conosciuta come "la nonna") e a un'altra signora (definizione che mi stride, aveva poco più della mia età) con cane e figlio video gioco munito al fianco.

Devo essere arrivata nel bel mezzo di una precedente conversazione perchè la "mamma" esordisce con un "Io mio figlio non lo lascio mai a nessuno. Neanche ai nonni, neache al papà. IO devo essere presente sempre. Mio figlio poi si fa male anche se ci sono io.Ma devo sapere cosa succede. E' mio. Io sono la sua mamma e è troppo piccolo per stare da solo. Ha 8 anni!"

Durante tutto il tempo il bimbetto se ne è stato buono buono con la testa china sul suo gioco, mi sono chiesta in che modo si sia mai potuto fare male: sistorsione al pollice? Il videogioco gli è scivolato di mano e caduto su un piede?

Sulle prime mi sono chiesta se c'era un velato riferimento al mio vacanziero "abbandondo di minore" Gaia, 6 anni, si è passata praticamente tutta la vacanza in giro da sola, sempre monitorata, ci mancherebbe, e supervisionata da puntuali visite a sorpresa, ma tutto sommato autogestita. A lei questa cosa piace un sacco, e, una volta appuranta la mancanza di reali pericoli, non ho avuto problemi a lasciarle una giusta dose di libertà.

Poi ho pensato al gruppetto delle bimbette terribili che facevano i dispetti a tutti, sveglie e spericolate, altezza compresa tra il metro e dieci e il metro e venti e atteggiamento da piccole donne navigate: le loro mamme si sono viste solodi passaggio.

Insomma dove sta la giusta via di mezzo?

Alcune amiche dicondo di invidiare l'atteggiamento disinvolto che ho nei confronti dei figli, lascio fare, non mi agito se si fanno male e tendo a lasciare loro una certa autonomia, ma devo ammettere che spesso, devo fare un grosso sforzo mentale per mollare la presa.

Sono figlia di una mamma onnipresente ("Non vai da nessuna parte senza di me"), onnipotente ("No. Perchè lo dico io!") e onniscente ("Copriti! Che HAI freddo") e mi ero ripromessa che io sarai stata diversa.

Però spesso mi capita di mettere in discussione le mie idee, cerco di prendere aria ma mi sento in apnea e non riesco a respirare, mi chiedo se essere mamma non sia proprio questo: venire a patti con le proprie paure e cercare di superarle.

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.