Sos Tata metodi diseducativi, i pediatri insorgono

Giovedì 26 Settembre 2013

Perchè guardo SOS Tata? Ok premettiamo, non sempre. E sicuramente non lo cerco come programma, ma ogni volta che, facendo zapping, mi capita di vedere bambini urlanti con in sottofondo l'odiata sigletta, non posso fare a meno di fermarmi. Solo per 5 minuti. Poi per altri 5. Per arrivare poi ai consigli finali.

SOS Tata ha un effetto ipnotico, sarano i colori da sit com, con cui vengono montate le immagini o le scene grottesche a cui si assiste, fatto è che poche cose hanno la capacità di innalzare la mia autostima materna quando una puntata di quel programma. Siate sincere: anche voi lo guardate con una punta di superiorità al pensiero "Si dai, non sarò una mamma modello, ma migliore di questa decisamente si!"

Poi vogliamo mettere quei momenti in cui pensi "Si anche mio figlio si comporta esattamente nella stessa maniera, voglio conoscere anche io il trucco per farmi ubbidire/per farlo magiare/dormire/comportarsi da essere umano e non da scimmia impazzita"?

Insomma sono tanti i motivi per cui, mi capita di soffermarmi a guardare una puntata del controverso programma. Poi immancabilmente alla fine mi chiedo: ma come caspita hanno rivoluzionato una famiglia in 5 giorni? Hanno usato delle controfigure (a cui la parte dei bambini è stata affidata a scimmie ammaestrate) per girare gli ultimi 5 minuti del programma in cui la famiglia nel salutare la Tata piange calde lacrime di rimpianto?

Insomma, lo ho guardato, mi sono trovata spesso in contrasto con le idee della tata di turno, a volte ho trovato spunti interessanti che però non ho mai messo in pratica. Ho invidiato la pace ritrovata.. Ma insomma, preferisco il genere Mary Poppis a Tata Lucia. Preferisco la dolcezza all'autevolezza.

Poi arriva la notizia, fresca fresca in questi giorni "l'ordine dei pediatri contro SOS Tata, metodi diseducativi" leggerla è raccapricciante, racconta di questo bambino urlante con la telecamera puntata addosso perchè deve "addormentarsi da solo". Insomma, non abbiamo fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo alla notizia che Estivill si è ricreduto sul suo metodo Fate la nanna ("Ops, mi sono sbagliato!") che la Tata in questione, ha riproposto lo stesso metodo per "educare" un bambino di un anno a dormire da solo nel suo lettino.

A volte i bambini ci portano allo sfinimento, più di una volta mi è capitato di alzare la voce con uno o con l'altro dei miei figli, per poi sentirmi immancabilmente in colpa.

Ho anche comprato il libro incriminato, dopo mesi e mesi di notti travagliate speravo si leggere tra le sue pagine la panacea a tutti i nostri problemi. Lo ho letto e richiuso: "No grazie, non fa per me!"

Mi tornano in mente le parole della mia pediatra che, in un momento di debolezza in cui ho confessato che la nostra adorata figlia quasi duenne dormiva ancora con noi per gran parte della notte mi ha detto "Tutti i cuccioli stanno con la mamma! Un giorno vorrà dormire da sola e a voi mancherà tanto."

Convincere Gaia che addormentarsi da sola era una cosa bella e soprattutto possibile è stata una cosa lunga, abbiamo assecondato i suoi ritmi abbiamo ascoltato le sue paure e consolato i suoi pianti.

Ci abbiamo messo ben più della manciata di giorni pronosticata da Estivill, ma con dolcezza abbiamo ottenuto un gran risultato: 2 bambini sereni che si addormentano con il sorriso (quasi sempre, a volte la sera "litighiamo" anche noi, siamo pur sempre umani).

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Stefania D'Elia Stefania D'elia su Facebook

Stefania D'Elia

Sono mamma di 2 bambini di 5 e 3 (quasi) anni. Sono stata per anni un’impiegata, poi un licenziamento e la mia vita è cambiata.

Ho scelto di cavalcare gli eventi e ho iniziato a scrivere; di me, di noi, delle mamme. Ho gestito per mesi un magazine on-line, ho un blog personale e scrivo articoli che parlano di donne e famiglia su www.trentoblog.it e ora sono alla ricerca di nuove sfide.