Salute bebè: il 56% delle mamme naviga sul web

Sabato 09 Novembre 2013

“Che c’è? Che cosa avrà questo benedetto figlio?”

“Non so, boh. Hai cercato su internet?”

Vaccino sì o no? Omeopatia anche per i piccoli? Diamo un’occhiata al forum, che dicono le altre mamme? Roba da diventare matte.

Ok, lo ammetto, abbiamo l’indubbio vantaggio, rispetto ai nostri genitori, di avere tra le mani quel mezzo potentissimo che è internet. Per altro ora neanche serve accendere il pc, basta collegarsi con qualche smartphone ed eccole lì, pagine e pagine di pareri su cosa fare in caso di febbre, tosse, mal di gola, coliche.

Da un lato questo ci ha aiutato a confrontarci con altre mamme, altre opinioni, ad accedere ad articoli di tutto il mondo e quindi ad essere più informate (quando ho parlato a mia madre dei possibili rischi di certi vaccini lei, che pure è sempre stata una madre attenta quando ero piccola, mi ha guardato come fossi matta: “Io all’epoca seguivo il parere del tuo pediatra e mi fidavo di lui”).

D’altro canto, non rischiamo forse di essere condizionate da pareri che, a ben vedere, non sono poi così autorevoli?

Secondo la Società Italiana di Pediatria, dei 135 milioni di donne europee che usano abitualmente la rete, almeno per 11 ore a settimana, il 56% naviga per ricercare notizie sulla salute dei bimbi. Mamme premurose, ovvio, che non si accontentano di una prescrizione medica, ma vogliono indagare.

Ma lo faranno/facciamo in maniera corretta? Siamo sicure che chi abbia scritto quell’articolo lì o un post su un certo blog sia un esperto che sa davvero di cosa sta parlando? Io sono una primipara DOC, abituata a curarmi con l’omeopatia se possibile, anche solo un’aspirina mi fa stare meglio, quindi figurarsi il mio terrore quando si tratta di somministrare qualche medicina ad un esserino di 71 cm. Così faccio parte anch’io di quante girano in rete a caccia d’informazioni, solo che il più delle volte trovo solo tesi che mi confondono ancora di più.

Dopo essermi massacrata gli occhi davanti allo schermo per risolvere dilemmi tipo “paracetamolo sì o no?” e non essere arrivata a capo di niente, rischiando per altro di non risolvere neanche il problema del mio piccolo, ho deciso in una sana via di mezzo. Informazione sì, ma con cervello, cercando fonti attendibili, e comunque chiedere a qualche esperto.

Come sempre la rete è un’arma a doppio taglio: può diffondere conoscenza ma anche creare tanta confusione, poiché non c’è argine che impedisca ad un qualche fanatico di turno di diffondere teorie “complottiste” che poco hanno a che fare con la scienza.

Allora ripenso al vademecum semiserio per internauti curiosi redatto dal dott. Pietro Bennardo, che oltre ad essere fisioterapista e osteopata è anche un appassionato di epistemologia e un grande amico che ascolta, mantenendo (quasi) sempre la calma, i miei mille timori di neo-mamma quando capita che “ma-sai-cosa-ho-letto-in-rete?”.

Riprendo le sue parole, che mi sembrano adatte al caso:

1. Diffidate di articoli senza autore.

2. Verificate le credenziali dell'autore sui forum.

3. Cercate sempre il contraddittorio agli argomenti di cui vi state interessando.

4. Se possibile contattate direttamente la fonte e chiedete spiegazioni. Il tono del dialogo vi farà comprendere molte cose.

5. Se avete libri specifici a casa che riguardano l'argomento leggeteli, altrimenti cercateli online

6. Non vi affidate al guru di turno

7. Se 100 persone dicono una cosa, non vuol dire che sia vera ma è anche possibile e probabile che non tutti siano pazzi. Qui ci vuole buon senso

8. Imparate l'inglese scientifico perché la maggior parte delle ricerche attendibili si trovano in banche dati scritte in inglese (e questo lo ripete sempre anche la mia pediatra.)

9. Lo specialista in quanto tale “qualcosina” la conosce (e qui mi tira le orecchie tutte le volte che diffido di dottori di qualunque tipo.)

Insomma, personalmente preferisco una sana via di mezzo: informarsi sì ma perdere meno tempo possibile in rete e spenderne di più sui libri o sui siti attendibili, magari consigliati dalla mia pediatra (“se proprio si vuole informare, lo faccia su siti seri”).

Intanto, però, penso a mia nonna. Lei sì che ne sapeva: posologia, dosaggio, controindicazioni, niente le sfuggiva. Ti sapeva specificare diagnosi e cura soltanto ascoltando un colpo di tosse al telefono e puntualmente il medico poi confermava quello che ti aveva già detto lei, che non per niente aveva sette figli e una quindicina di nipoti. Un punto di riferimento per tutto il nostro clan. Ecco, di nonna sì che ci si poteva fidare ciecamente, altro che forum e Wikipedia.

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