Asilo nido: come sceglierlo?

Dopo la maternità, arriva il momento in cui le mamme rientrano al lavoro. In Italia si parla ancora quasi solo di congedo parentale al femminile e sono ancora soprattutto le mamme che in famiglia si occupano della gestione dei figli, anche se si inizia a vedere qualche papà che partecipa attivamente all’inserimento e alla gestione dei bimbi.

Non è sempre facile la decisione di iscrivere o meno i propri bimbi all’asilo nido: c’è chi preferisce appoggiarsi a una tata, ma i costi sono decisamente superiori, chi ha la fortuna di avere a disposizione nonni ancora giovani e con la giusta energia per occuparsi di un neonato. La scelta dell’asilo nido, dettata dalla necessità di accudimento del bambino mentre i genitori lavorano, va fatta con estrema attenzione.

Le opportunità sono molte e dipendono dalla disponibilità economica, dalle scelte educative della famiglia, a volte dalla praticità e dalla vicinanza, dalle abitudini alimentari etc.

Esistono nidi comunali, privati, asili “a ore”, tagesmutter o nidi in famiglia, micronidi. Si può cercare un nido montessoriano o steineriano se ci si vuole avvicinare a un metodo educativo interessante e un po’ alternativo, in genere non presente nel pubblico.

Ecco alcuni aspetti importanti su cui fare una riflessione prima di iscrivere il proprio bimbo o da tenere presente quando si va ad un open day.

- Esiste un progetto? Anche se i bambini sono molto piccoli, se la struttura si avvale di uno strumento come il progetto educativo, significa molto in termini di continuità con la famiglia, ma anche di regole e relazioni con gli altri bambini. Se c’è un progetto significa che i bambini vengono osservati nei loro punti di forza e di miglioramento e che le educatrici lavorano tenendo conto di questi aspetti, in piena collaborazione con i genitori. Spesso (ma non sempre) gli asili ad ore non lavorano con progetti, nemmeno se tengono i bambini con continuità e questo va sempre tenuto presente.

- Menù e qualità del cibo. Gli asili nido hanno sempre un menù stagionale (primavera-estate e autunno-inverno) approvato dalle asl: si può chiedere la percentuale di cibo biologico presente, che tipologia di pasti sono proposti, quante e quali tipi di merende. Alcuni asili hanno la cucina interna con personale completamente dedicato, altri acquistano i pasti da aziende specializzate esterne: la differenza sulla qualità può essere notevole.

- Protocollo allattamento: alcuni asili aderiscono a un protocollo che promuove l’allattamento materno al nido e dunque accettano che le mamme portino il latte materno estratto con il tiralatte e lo somministrano ai bambini negli orari stabiliti. In genere sono molto aperti e quando le mamme vanno a prendere i bambini, possono allattarli anche negli spazi del nido in tutta tranquillità.

- Costi, vicinanza: anche l’aspetto della praticità è importante. Non ha molto senso fare moltissima strada per portare il proprio bambino al nido e vanno valutati anche questi aspetti, magari tenendo presente i tempi di percorrenze nelle ore di punta. Infine i costi: in genere i nidi pubblici (che in molti comuni sono qualitativamente all’altezza dei privati, con progetti educativi, personale formato, accreditamenti regionali e quant’altro) hanno una retta che va in base al reddito e comprende anche i pannolini e che, in caso di fratelli frequentati, cala sensibilmente. I privati invece hanno rette che non si basano sul reddito (salvo sconti per fratelli o qualche convenzione) e di solito vanno portati i pannolini e/o altri materiali (lenzuola, cuscino per la nanna).

- cambiare idea: facciamo l’inserimento con convizione e diamo fiducia alla struttura e agli educatori, ma riserviamoci anche il diritto di cambiare idea se vediamo che il nostro bambino non ne vuole sapere di ambientarsi, non ha feeling con le educatrici, proprio non ce la fa. Lasciamo spazio al tempo, ma usiamo il buon senso, come in tutto!