Cappuccetto Rosso, il lupo buono e i cacciatori

Giovedì 13 Febbraio 2014

-Ora basta!- gridò la bambina, la fronte aggrottata e le labbra increspate per la stizza - Sono stufa di favole in cui gli animali fanno la parte dei cattivi. Adesso la racconto io, la storia. La storia vera. Ecco come andò.-

La mamma, stupita, posò lentamente il libro e lo chiuse disponendosi ad ascoltare.

La bambina si sistemò meglio, si appoggiò ai gomiti, assunse un’aria concentrata e cominciò:

Cappuccetto Rosso era una bambina di città; non aveva mai visto un lupo in vita sua, tranne una volta, allo zoo. Ma quello non era un lupo-lupo, era ciò che rimaneva della povera bestia, dopo essere stata rinchiusa per tanto tempo. Era magro, emaciato, triste. Le aveva fatto tanta pena. Non capiva perché le avessero detto tante terribili cose su di quello che a lei era sembrato solo un vecchio cane spelacchiato.

- Un vecchio cane spelacchiato con dei formidabili denti - sottolineò la mamma.

- Un vecchio cane spelacchiato e triste!- rincarò la bambina.

E riprese:

Il bosco diventava sempre più buio, riempiendosi di strani rumori e di ombre, ma lei seguiva il suo sentiero senza paura.

Un allocco emise il suo canto lamentoso, uno scoiattolo corse su un tronco, un altro uccello lontano emise un richiamo strano. Lei non ci badò e andò avanti.

- Non pensò che fossero dei mostri cattivi ?- chiese la mamma.

- Certo che no !- rispose la bambina

La mamma rise e promise di non interrompere più il racconto.

Lungo il sentiero Cappuccetto Rosso vide appeso ad un albero un cartello bianco, con poche parole scritte sopra. Era troppo buio perché lei riuscisse a leggerle.

Altri cartelli come quello erano sparsi qua e là per un largo tratto di strada. Poi il bosco si fece più folto, e seguire il sentiero divenne sempre più difficile.

Le erbacce, i rovi, nascondevano sempre più il cammino ed in breve la piccola Cappuccetto si perse

.- Ma come! Non si smarrì per aver disubbidito alla mamma ed aver lasciato il sentiero?- chiese la mamma - Stai apportando un po’ troppi cambiamenti a questa favola.-

L’interruzione non fece perdere il filo alla bambina:

Cappuccetto Rosso cercò disperatamente di proseguire per la strada, ma fu costretta ad inoltrarsi sempre di più, e fu allora che udì degli spari.

- Ma come, già il cacciatore?- protestò la mamma

- Sì, è lui il cattivo della storia! Con i suoi spari e le sue storie di lupi-mangia-bambine spaventa a morte Cappuccetto che scappa nel bosco inoltrandosi ancora di più.

A nulla servirono i richiami del cacciatore né gli avvertimenti o le minacce, Cappuccetto correva a perdifiato verso il bosco buio, folto e stranamente silenzioso... Ripensava all’immagine che il cacciatore le aveva dato del lupo: bocca grande, denti grandi, orecchie grandi e occhi di fuoco... un sacco di bugie! Fra sé e sé pensava: se lui ha il fucile e il lupo no, come fa ad essere il lupo, il cattivo!

Nel frattempo si era allontanata di un largo tratto dalla zona in cui il cacciatore continuava a sparare e a chiamarla a gran voce, quando scorse dietro un albero un’ ombra che tremava. Pensando ad un altro cacciatore Cappuccetto arretrò, paralizzata dalla paura del fucile.

L’ombra tremante si mosse e lei poté vedere un lungo naso che si sporgeva lentamente ad annusare l’aria. Due orecchie aguzze ruotavano attente come due piccoli radar e due occhi scuri ed impauriti brillarono nel buio.

Mentre Cappuccetto continuava a rimanere immobile, l’ombra uscì da dietro il tronco e, muovendosi cautamente andò’ verso di lei.

Quando la luce della luna lo illuminò, il suo pelo mandò riflessi argentei e la bambina poté vedere che si trattava di un lupo, ma molto più bello di quello dello zoo. Questo aveva qualcosa di maestoso, mentre procedeva con fare guardingo.

Cappuccetto Rosso provò a dire qualche parola, ma la voce le mancava... fu allora che successe una cosa straordinaria; come se il lupo avesse capito che lei non gli avrebbe fatto del male , le si accostò, e cominciò a parlare.

- Ma come, un lupo che parla?- chiese la mamma.

- Certo! Perché nella tua favola sì e nella mia no?- rispose la bambina, e proseguì:

Il lupo si mise seduto di fronte a Cappuccetto Rosso e le chiese: "chi sei? Hai un’ odore strano, misto di latte e di dolci, come quello dei miei cuccioli. E’ molto diverso da quello degli uomini-col-bastone-che-uccide".

Il lupo, ovviamente non sapeva cosa fosse un fucile.

Cappuccetto rispose: "non avere paura, sono una bambina, non ti farò del male. Sto andando dalla nonna a portarle dei dolci per la sua festa, ma mi sono persa per via ed i cacciatori mi hanno spaventata."

"Eh, sì", rispose il lupo "hanno spaventato anche me. Posso venire con te dalla nonna? Conosco bene questo bosco, fa parte del mio territorio."

In quel preciso momento dal bosco emersero le voci roche e sgraziate dei cacciatori che cercavano il lupo, sicuri che avesse già sbranato la bambina.

Il lupo drizzò le orecchie e annusò l’aria. Poi fece un gesto con la testa per invitare la bambina a seguirlo, ed insieme sparirono nel buio.

La casa della nonna si trovava in una sorta di piccola radura, circondata da ogni parte dal bosco. Una piccola stradina la collegava alla strada principale ed era l’unico segnale di civiltà dei dintorni. Accanto alla piccola casa una baracca ristrutturata ospitava numerosi animali feriti raccolti nel bosco in fin di vita. In un piccolo recinto alcuni animali da cortile dormivano tranquillamente. Le finestre erano piacevolmente illuminate e sul fuoco bolliva allegramente una zuppa.

La nonna era in cucina e stava sfornando una torta e dei biscotti. Anche lei aveva sentito gli spari ed era più volte uscita nel cortile per gridare ai cacciatori di andare a sparare più lontano, che la sua nipotina stava arrivando. Era molto in pensiero e di tanto in tanto andava a vedere dalla finestra. Col calar della notte la sua preoccupazione andò aumentando ed ormai era quasi sicura che qualcuno di quegli spari avesse raggiunto la piccola Cappuccetto.

L’orologio appeso al muro segnò le undici, e la nonna stava per andare a cercarla, quando vide il lupo sbucare all’improvviso dal folto del bosco. L’animale si voltò come per aspettare qualcuno e con grande gioia della nonna quel qualcuno era proprio Cappuccetto Rosso! La nonna corse fuori andando loro incontro e vide che erano stanchi ed affamati; corse allora in cucina e portò tutte le squisitezze che aveva preparato, e tutti e tre fecero festa.

- E i cacciatori?- domandò la mamma vedendo che la bambina aveva finito di raccontare.

- Tornarono ancora a sparare nel bosco, ma per fortuna del lupo, la nonna e Cappuccetto tenevano sempre aperta la porta della baracca-rifugio per gli animali del bosco ed una ciotola di buon cibo a portata di... zampa!-

- E su quei cartelli bianchi che c’era scritto?-

- Che era vietata la caccia!!-


Francesca Tantalo Francesca Tantalo su Facebook

Francesca Tantalo

Sono una strega con un brutto carattere. Di quelle delle favole, coi calzini a righe e il vestito nero, gli occhiali sulla punta del naso e i capelli sempre in disordine. E' vero? Forse, ma sono soprattutto una naturalista disoccupata, un'impiegata part time, una mamma full time e, semplicemente, una donna.

Scrivo per la rubrica di cucina per bambini nel blog Oasi delle Mamme, ho due stupendi frugoletti, un compagno comprensivo, un giardino enorme, mille sogni nel cassetto e un'enorme passione per la nostra stupenda Madre Terra