Capricci dei bambini: dalla parte dei nonni

Venerdì 26 Luglio 2013

È una delle prime parole che i bambini scorono, e a quanto pare una delle più amate: “no”. Una sola sillaba, facile facile, che loro ripetono con ostinazione fin da quando sono piccolissimi, ma di cui continuano ad apprezzare il magico potere anche più tardi, quando crescono. 

È la parola dei capricci, quella con cui i bambini affermano la propria individualità, ma che porta talvolta all’esasperazione noi “grandi” che dobbiamo occuparci di loro.

Che fare? Prima di tutto, una buona notizia: noi nonni possiamo essere molto più indulgenti di quando eravamo genitori. Se non poniamo dei divieti che non riusciamo a far rispettare... beh, può bastare. A patto di rispettare, sulle questioni più importanti, le scelte educative dei genitori.

Perciò, possiamo scegliere: o decidiamo di opporre ai capricci del nostro nipotino un “no” fermo e autorevole, senza gridare e perdere la pazienza (se ci riusciamo), oppure prendiamo fin dall’inizio una posizione più possibilista, lasciandoci così la porta aperta per accondiscendere al capriccio se proprio non riusciamo a convincerlo altrimenti.

E, soprattutto, l’esperienza ci dice che dobbiamo evitare di lasciarci trascinare in un vortice fatto di sgridate via via più spazientite, che finiscono in un “cedimento” completo.

Naturalmente, ci sono dei “no” sui quali non possiamo transigere: meglio cedere su alcune cose (un gelato, le figurine, un piccolo giocattolo...), ma “tenere il punto” sulle cose più importanti (vedere un programma televisivo non adatto ai bambini, rispondere male...). In ogni caso, ricodiamoci che i capricci sono per i bambini un modo di mettere alla prova le regole imposte dal mondo dei “grandi.

In questo senso, sono una tappa normale e importante del loro sviluppo, che serve ad affermare il loro bisogno di indipendenza, ma anche a capire quali sono le cose davvero importanti, i “valori” sui quali non siamo disposti a cedere.

E ora, ecco alcuni consigli pratici per sopravvivere ai capricci:

  • La stanchezza e la fame aumentano le probabilità di una “crisi di capricci”: meglio tenerne conto, soprattutto se prevediamo di stare a lungo fuori casa. Meglio portare con noi qualche piccolo snack e mettere in conto una sosta-riposino (magari portandosi dietro il passeggino, anche se il bambino non lo usa più).
  • Manteniamo la calma e cerchiamo di minimizzare il capriccio. Resistiamo alla tentazione di alzare la voce con frasi tipo “Basta così!”, “Ora smettila!”…, tanto più che non hanno alcun effetto.
  • Se il capriccio diventa una vera a propria crisi di rabbia, in cui il bambino urla, scalcia e si butta a terra... ignoriamolo: si calmerà da solo, pian piano. Se non possiamo farlo (per esempio, ci troviamo in un luogo pubblico), portiamolo in un luogo tranquillo e aspettiamo che “sbolla”.
  • Facciamoci spiegare che cosa desidera, e poi, se è il caso... intavoliamo una trattativa: se riusciamo a parlare al nostro nipotino in modo sereno, pian piano si calmerà e riuscirà a essere più ragionevole. Una volta trovato un accordo, però, rispettiamolo e pretendiamo che anche lui lo rispetti: vuole il gelato ora? Non lo avrà nel pomeriggio. Vuole guardare un certo cartone animato? Va bene, ma finito quello la televisione si spegne fino a sera...
  • Cerchiamo di distrarre il bambino con un gioco o un libro.
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Annalisa Pomilio Annalisa Pomilio su Facebook

Annalisa Pomilio

Ho 56 anni, vivo a Milano e ho sempre lavorato insieme ai bambini: come mamma, insegnante, giornalista, redattrice e autrice di libri per bambini.

Qualche anno fa ho creato il blog Noi nonni, un luogo in cui incontrarsi e parlare, trovate idee, materiali e proposte per stare insieme ai bambini, lavoretti, ricette, giochi, consigli per affiancare con amore la loro crescita.